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Oltre la tazzina, il “caffé sospeso” ha fatto scuola

Coldiretti in Lombardia ha lanciato la "Spesa sospesa" erede anticrisi del "caffé sospeso" che si sta diffondendo anche all'estero. In Francia oltre il caffé è nata la rete della "baguette en attente" e c'è chi vuol condivere molto di più

di Antonietta Nembri

C’era una volta il caffé sospeso… e c’è ancora, anzi è diventato molto di più. L’ottocentesca tradizione partenopea del caffé pagato per chi era in difficoltà non solo si è diffusa in buona parte d’Italia, ma ha conquistato anche altri  Paesi e ha subito un’evoluzione che a metà dicembre è sfociata nella “spesa sospesa”. Ideata da Coldiretti è infatti partita la sperimentazione, che durerà fino a dicembre di quest’anno, della spesa sospesa nella bottega agricola di via San Gottardo a Milano. L’iniziativa sarà pian piano ampliata alle botteghe agricole di Campagna Amica e nei farmers’ market di Coldiretti Lombardia.
In pratica chi fa la spesa nella bottega agricola può sottoscrivere una mini borsa di 3 euro con pasta, uova e salsa di pomodoro che il Banco Alimentare consegnerà a persone in situazioni di bisogno. I donatori saranno iscritti al primo albo nazionale della “Spesa sospesa”.

E il caffé sospeso? La tradizione continua e si diffonde. Da marzo dello scorso anno il “café en attente” ha conquistato il centro di Rouen capofila dell’iniziativa il locale “Le zèbre à pois”che ha dato il via ai caffé sospesi e a fine 2013 aveva già superato i 200 caffé donati dai suoi avventori e offerti a chi era in difficoltà. Ma in Francia più che la tazzina del caffé a segnare la solidarietà è nata la rete della “baguette en attente” con tanto di logo e di pagina facebook che conta oltre 5mila like. Il sistema è molto semplice: si acquistano dal proprio panettiere che aderisce all’iniziativa due baguette una per sé e una da donare a chi è in difficoltà. A lanciare l’iniziativa due panettieri di Puy-de-Dôme e in meno di un anno il movimento si è propagato in tutta la Francia conquistando anche alcune boulangerie di Parigi. E come riportano alcuni giornali online d’Oltralpe non mancano locali che permettono di “sospendere” dei kebab, sandwich e pasti. A Nantes è nata l’associazione Tout en attent “tutto in sospeso” che pensa di diffondere questa modalità di fare solidarietà anche riferendosi a occhiali, tagli di capelli dal parrucchiere, oltre che caffé, pizze o sandwich

E se a livello italiano esiste una “rete del caffé sospeso , a livello internazionale l’idea si è declinata nello sharing con tanto di sito dove vengono conteggiati e indicati i luoghi e i locali in cui poter donare un caffé e non solo (www.coffeesharing.com/), è infatti possibile condividere un sandwich o un intero pasto. Una mappa indica dove la comunità del caffé sospeso si è diffusa: non solo l’Europa, ma anche gli Stati Uniti, l’Australia (conta ben 49 locali) e persino il Giappone.
E non manca la Giornata del caffé sospeso che dallo scorso 10 dicembre è diventata internazionale.
 


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