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La miglior difesa è la pace?

Modelli a confronto in un convegno internazionale che si tiene da giovedì a sabato a Rimini. Organizza l'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, alla presenza di molti ospiti tra ministri ed esponenti della società civile. "Non è sufficiente dirsi contro la guerra, bisogna trovare le alternative"

di Redazione

"Secondo Transparency International almeno il 40 per cento della corruzione mondiale deriva dal sistema degli armamenti. Una percentuale altissima. E’ perché i cattivi si concentrano in questo ambiente? No semmai è perché il sistema di questo 'finto' mercato, come noi lo chiamiamo, funziona così e prevede questi meccanismi". E' con le parole Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo, che viene lanciato un appuntamento importante per il mondo della Difesa, nonviolenta ma anche militare, che si tiene da giovedì 13 a sabato 15 febbraio a Rimini: La miglior difesa è la pace è il titolo del convegno, organizzato dall'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, uno degli enti di invio di Caschi Bianchi in servizio civile all'estero (a questo link il video di lancio dell'evento che l'attuale gruppo in servizio ha preparato in Lis, la lingua dei segni) e riferimento del corpo civile di pace Operazione Colomba, che oggi opera in vari stati del mondo nella mediazione nonviolenta dei conflitti.

Vignarca sarà uno degli ospiti, tra esperti della società civile, membri di organizzazioni, funzionari e politici nazionali e internazionali (è molto probabile la partecipazione di alcuni ministri, tra cui la titolare italiana dell'Integrazione Cécile Kyenge e un rappresentante del governo del Costarica, unico al mondo senza esercito, mentre gli organizzatori fanno sapere che il ministro della Difesa Mario Mauro ha declinato l'invito), della tre giorni riminese, in cui sono previsti anche momenti laboratoriali tra i partecipanti (vedi programma a lato): infatti l'evento non è solo per 'addetti ai lavori', essendo aperto anche a studenti, giornalisti, associazioni ma soprattutto alle persone che concretamente si spendono sul campo.

“Non è sufficiente esprimere un no alla guerra, agli armamenti, a ogni strumento di morte", spiega Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Papa Giovanni, fondata da don Oreste Benzi, "bisogna esplorare le alternative, coinvolgendo nel dibattito una rappresentanza della società civile. E’ fondamentale che questo diventi un tema comprensibile anche ai non esperti. Noi  facciamo richieste specifiche: la sospensione dell’acquisto degli F35 da parte del nostro governo, investire sul servizio civile e sulla difesa civile non armata e nonviolenta, l’istituzione dei corpi civili di pace Italiani ed europei. Oggi in Italia Il peso della spesa per armi è dell’1,1% del PIL, 26 miliardi di euro l’anno, "una cifra assurda. Chiediamo una politica economica che fermi la proliferazione degli armamenti, un nuovo modo di realizzare gli interventi in aree di conflitto, considerando l’esperienza maturata negli ultimi anni dalla società civile, un processo educativo, formativo e culturale fondato sulla promozione di una cultura di Pace e cooperazione fra i popoli in questo mondo sempre più interculturale. Ci rivolgiamo ai giovani, ribellatevi, diventate voce di chi non ha voce”, conclude Ramonda.


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