Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Famiglia & Minori

In Belgio l’ok alla legge che estende l’eutanasia attiva ai bambini

Ieri il Parlamento belga ha approvato la legge sull'eutanasia, lecita dal 2002, estendendola a bambini e malati di alzheimer. A differenza della legge olandese, che la fissa a 12 anni, quella belga non prevede soglia di età

di Marco Dotti

 L’approvazione della legge, di cui si discute da anni, ha subito un’accelerazione dopo che, il 1 ottobre scorso l’opinione pubblica è stata fortemente scossa dal caso di Nathan/Nancy, 44enne giunto allo stadio terminale di una malattia, fattosi operare per cambiare sesso, non sopportando più la vista del proprio corpo dopo l’operazione, ha fatto ricorso all’eutanasia attiva. Altre questioni e altre parole su parole: sofferenza psichica? Dolore fisico? Fine vita? Il medico che gli ha praticato l’eutanasia, Wim Distelmans  ha spiegato che «soffriva sia psichicamente che fisicamente», pertanto «c’erano le condizioni legali per ricorrere all’eutanasia».

Così ieri le votazioni:  approvata alla Camera con 88 voti favorevoli; 44 i contrari e 12 gli astenuti. Hanno votato a favore: liberali, socialisti, ecologisti e la N-Va, la Nuova Alleanza Fiamminga.
 

La legge belga del 2002 prevede che un paziente, giunto alla fase terminale della malattia, possa chiedere l’eutanasia se: 1) è maggiorenne o minore emancipato, cosciente e capace di esprimere la propria volontà; 2) al richiesta è fatta in forma scritta e non è dettata dalle circostanze e dalla tensione del momento; 3) la malattia è definita incurabile e la sofferenza arrecata non è alleviabile; 4) il medico si è consultato più volte col suo paziente e ha chiesto l’ausilio di un medico terzo, discutendo con l’équipe di cura la richiesta del paziente; 5) al termine dell’eutanasia, il medico rediga verbale attestante la regolarità della procedura. Questo nel caso di persone coscienti e consapevole, ma la legge belga prevede anche un secondo caso, quello dell’incoscienza. Che fare se una persona è incosciente, ma ha firmato un dichiarazione anticipata di volontà e  la sua situazione appare senza via d’uscita («irreversibile, secondo lo stato attuale della scienza»)?

Come avvenuto in Olanda, con l’adozione del Protocollo di Groningen, l’impatto della legge del 2002 sulle politiche della vita non si è fermato alla regolamentazione dei casi di espressa volontà, ma ha prodotto un effetto domino mirante all’estensione, tramite “simulazione” del consenso a: 1) persone incoscienti; 2) incapaci; 3) minori.

Tema scivoloso e scottante, ma ancor più scivoloso e scottante quando si parla di un’estensione dell’eutanasia ai malati di alzheimer e ai minori allo stadio terminale di una malattia. Come, seguendo la logica del consenso e tralasciando per ora ben altre questioni, valutarne la corretta “manifestazione”?  La nuova normativa belga sostiene ora che basti la ”capacità di discernimento” e che tale capacità venga accertata da una ristretta équipe di tecnici (psicologi e esperti in pedagogia).

A oggi, sono 1200 i casi di eutanasia praticati in Belgio nel 2013. Ma il numero è destinato a crescere. E se per i minori, nell’immediato, si prevedono 17 casi l’anno, non è da escludere che la linea di crescita visualizzata nel grafico qui sopra e relativa ai primi dieci anni di regolamentazione dell’eutanasia per maggiorenni, non possa presto riguardare anche loro…

Sono così due i paesi europei che prevedono questo istituto, ma in ragione del mancato limite di età va detto che quello belga costituisce un esempio di “intensificazione” di un modello inizialmente messo a punto in Olanda. Sembra l’inizio di un processo che – a detta dei movimenti per la vita ma anche di tanti ricercatori laici preoccupati per un provvedimento che di laico ha ben poco – rischia di travolgere e coinvolgere l’Europa tutta.

Da Mumbay, in India, dove si tiene il Primo Congresso internazionale delle cure palliative pediatriche, arriva un appello al governo belga: intervenire subito. Preoccupa oltretutto la logica sostitutiva: alle cure palliative infantili – costose e faticose – si vuole opporre il “rimedio” eutanasico.

Irremovibile, però, è il socialista Philippe Mahoux, il padre delle legge, di cui avevamo parlato in un nostro articolo (qui). Per lui, la legge ha «una natura umanista. Scandalosa è la malattia dei bambini, non la legge». Siamo ben oltre la contraddizione e, senza forse, siamo già nel pieno di un delirio istituzionale.

Sullo stesso tema un altro mio articolo


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA