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Su 3mila organizzazioni, solo 15 hanno vinto un bando europeo

Nel triennio 2010-2011, soltanto l’1% dei soggetti del Terzo settore toscano ha partecipato con successo ai bandi europei. Il dato risulta dall'indagine sulla Social Business Iniziative, promossa da Cesvot in collaborazione con la Regione Toscana

di Redazione

Pigrizia, ignoranza, iter burocratici troppo impegnativi per un'organizzazione di volontariato e di volontari?
Sandra Gallerini, responsabile settore Ricerca di Cesvot – Centro Servizi Volontariato Toscana, spiega quali sono state le criticità emerse.
«Una delle difficoltà più importanti riguarda il “salto di qualità” necessario ad affrontare con continuità e risultati proficui un percorso di ingresso in un processo di programmazione complesso quale quello dei fondi comunitari – afferma la Gallerini-.  Poi le stesse organizzazioni ammettono la scarsa conoscenza delle opportunità e delle condizioni necessarie per usufruirne».

Le altre motivazioni riguardano: «L’assenza di alcune caratteristiche decisive per competere nell’assegnazione dei fondi UE quali: la dimensione, la bancabilità, la solidità della struttura organizzativa, la conoscenza e la dimestichezza con gli strumenti necessari per l’utilizzo dei fondi pubblici (es. trasparenza, rendicontazione, capacità finanziaria, ecc.) – continua Gallerini-. La difficoltà a costruire partnership miste, a volte anche fra gli stessi soggetti non profit (cooperazione, volontariato, associazionismo…); la scarsa attenzione e talvolta addirittura la diffidenza che le imprese mostrano verso la capacità e le competenze provenienti dalle organizzazioni del Terzo Settore».
 

Poi c'è anche un fattore definito di debolezza strutturale. «Con questa espressione intendiamo le variabili e le dinamiche organizzative interne alle organizzazioni non profit – aggiunge la Gallerini-.  Nel volontariato il turnover dei responsabili è fattore fisiologico, ma ciò modifica protagonisti e competenze anche nel corso della realizzazione di progetti approvati e finanziati.  In questo contesto il rispetto dei termini temporali diventa  incerto e non sempre adeguato il risultato finale rispetto agli obiettivi inizialmente dichiarati ed attesi».

DA SOTTOLINEARE che sono 15 le associazioni di volontariato toscano che hanno partecipato con successo ai tre bandi europei (FESR, FEASR, FSE). «Specifico “con successo” perché dal database della Regione non possiamo sapere quante associazioni effettivamente hanno presentato progetti a livello europeo che però non sono stati approvati», tiene a precisare la responsabile del settore Ricerca di Cesvot.

La ricerca è stata condotta seguendo questa metodologia.  «Siamo partiti da un analisi del database regionale dedicato ai Fondi Comunitari (FSE, FESR e FEASR)- illustra la Gallerini-. Poi sono stati individuati tutti i soggetti del Terzo Settore che, a vario titolo, hanno beneficiato di tali fondi nel triennio 2010-20123. A seguito di questa prima ricognizione, rivolta ad individuare le esperienze realizzate nell’arco di tempo di nostro interesse, si è proceduto – con un questionario – ad un approfondimento mirato a raccogliere informazioni di dettaglio, sia sui soggetti promotori che sui progetti, relativamente alle singole esperienze».

«L’analisi delle informazioni così ricavate è stata fondamentale per individuare le best practies, che sono stati oggetto, nella successiva fase della ricerca, dei nostri casi studio – conlude Sandra Gallerini-. Quest’ultima fase della ricerca è stata utile per approfondire, attraverso una metodologia di carattere qualitativo, i percorsi, individuali e collettivi, che hanno consentito di sedimentare quelle conoscenze, competenze e abilità, quali imprescindibili premesse per il successo».  
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