Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Opg: rinvio al 2015, con la minaccia di commissariamento

Ancora un rinvio per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: nuova deadline il 31 marzo 2015. Renzi però frena le richieste delle Regioni e dà un ultimatum: per chi fra sei mesi non sarà in linea con i tempi, ci sarà un commissario ad acta

di Sara De Carli

Doveva essere il grande giorno: gli ospedali psichiatrici giudiziari avrebbero dovuto chiudere chiudere oggi, primo aprile 2014. Invece – come previsto e come annunciato – è arrivata una nuova proroga. Il governo Renzi però ha concesso solo un anno di ulteriore proroga, mentre le Regioni avevano chiesto tempo fino al 1 aprile 2017.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto-legge che proroga ulteriormente la chiusura degli opg prevista dalla norma del dicembre 2011, quando la legge Marino ne deliberò la chiusura, alla fine dei lavori di una commissione d'inchiesta. Lo ha fatto però – ha tenuto a far sapere il Quirinale in una nota – «con rammarico». Rammarico perché le Regioni non sono «state in grado di dare attuazione concreta a quella norma ispirata a elementari criteri di civiltà e di rispetto della dignità di persone deboli». Napolitano ha anche sottolineato di aver «accolto con sollievo» gli interventi previsti nel decreto-legge di ieri «per evitare ulteriori slittamenti e inadempienze, nonché per mantenere il ricovero in ospedale giudiziario soltanto quando non sia possibile assicurare altrimenti cure adeguate alla persona internata e fare fronte alla sua pericolosità sociale».

Il decreto (in Gazzetta Ufficiale il 1° aprile, qui il testo integrale) prevede la proroga di un anno della chiusura degli OPG, in virtù della «complessità della procedura per la realizzazione delle strutture destinate ad accogliere le persone cui sono applicate le misure di sicurezza». A fronte della proroga, fermo restando l’obbligo di dimettere senza indugio dagli OPG e prendere in carico nei Dipartimenti di salute mentale sul territorio le persone che hanno cessato di essere socialmente pericolose, viene, altresì, previsto «il dovere del giudice di verificare se in luogo del ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario può essere adottata nei confronti dell’infermo di mente una diversa misura di sicurezza, prevista dalla legge, idonea ad assicurargli cure adeguate ed a far fronte alla sua pericolosità sociale. Analogamente, è previsto che allo stesso modo provvede il magistrato di sorveglianza quando interviene ai sensi dell’articolo 679 del codice di procedura penale».

Il governo inoltre, per assicurarsi un «proficuo impiego del tempo aggiuntivo concesso» ha chiesto alle Regioni che entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto esse comunichino lo stato di avanzamento dei lavori di realizzazione e riconversione delle strutture destinate all’accoglienza dei soggetti oggi internati negli OPG, nonché di tutte le iniziative assunte per garantire il completamento del processo di superamento degli OPG. In questo modo, là dove si evincesse che una Regione non è in grado di rispettare il termine ultimo di chiusura degli OPG entro il 1 aprile 2015, «il Governo provvederà a esercitare il potere sostitutivo, nominando un commissario ad acta».

«Si protrae così la grande sofferenza per  le persone, quasi  mille, ancora internati nei sei Opg presenti sul territorio nazionale», commenta StopOpg, che pure saluta con favore le due «importanti novità» introdotte dal decreto di ieri: il “commissariamento” tra sei mesi per le regioni inadempienti  e il dovere del Giudice (anche di sorveglianza) di verificare se in luogo del ricovero in un OPG può essere adottata nei confronti dell’infermo di mente una diversa misura di sicurezza. «Bisognerà capire quanto queste norme siano effettivamente “vincolanti”, ma, indubbiamente, si tratta di primi passi nella direzione auspicata».

StopOpg ora lavorerà in sede di conversione del decreto in legge per introdurre disposizioni più stringenti, ad esempio l'obbligo dei progetti di cura e riabilitazione individuali), che, insieme al non invio in Opg delle misure di sicurezza provvisorie, possono davvero “svuotare” l’Opg. «Ciò vuol dire far diventare le REMS – i cosiddetti “mini Opg” regionali previsti dalla legge – “inutili” o quantomeno residuali. Per questo i finanziamenti destinati alla chiusura degli OPG vanno utilizzati subito per potenziare i servizi di salute mentale». In allegato le proposte di StopOpg alla politica, presentate il 27 marzo 2014 durante un seminario tenutosi al Senato, dal titolo “Impegni per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Per non sprecare una occasione di crescita civile del Paese".


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA