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Politica & Istituzioni

Cittadinanzattiva: «L’approccio sui principi rischia di essere poco innovativo»

Questo l'intervento dell'associazione al dibattito sulla redazione della Legge Quadro del Terzo settore avviato con l'incontro tra il Premier Matteo Renzi e le organizzazioni del Comitato Editoriale di Vita. «Gli esiti alle proposte di riforma del Terzo Settore potrebbero essere riduttivi».

di Redazione

Cittadinanzattiva, partecpando alla discussione sulla legge quadro del Terzo Settore, la riforma che il presidente del Consiglio ha presentato la scorsa settimana al Comitato Editoriale di Vita, ha fatto pervenire le sue riflessioni, articolati nei tre punti seguenti.

L’interpretazione dell’articolo 118, u.c., della Costituzione non appare in linea con il dettato costituzionale, visto che le attività sussidiarie dei cittadini non possono essere la risposta al taglio della spesa pubblica sociale.

Un’idea di Stato che controlla e si ritrae anziché favorire: invece di interrogarsi su come accogliere e accompagnare più efficacemente le diverse attività civiche, lo Stato manifesta prevalentemente intenti di omologazione, regolazione e controllo.

Il Terzo settore è soggetto prevalentemente politico anziché economico. Coloro che si attivano autonomamente per l’interesse generale sono soggetti di progettazione, costruzione e implementazione di politiche pubbliche, e le azioni civiche di interesse generale offrono indicazioni e vincoli concreti alle istituzioni in questo senso. Tali principi devono essere riconosciuti come cardine di un approccio diverso.
Si devono valutare non le organizzazioni come tali ma le attività concrete che le stesse, e anche i singoli cittadini, realizzano per l’interesse generale. Ciò rappresenta un nuovo modo di accostarsi al Terzo Settore dove  l’autonomia del sociale si manifesta attraverso la rilevanza delle iniziative e funziona, a sua volta, da contrappeso all’autoreferenzialità delle forze politiche tradizionali.


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