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Cooperazione & Relazioni internazionali

Della Monica: più rigore nella vigilanza sugli enti

Dopo oltre due anni, la presidente annuncia un incontro plenario di tutti gli enti autorizzati, preparato da tavoli di confronto. Ci saranno incontri periodici e una maggiore apertura anche alle associazioni familiari. Quanto ai costi delle adozioni, Della Monica preferirebbe superare il sistema dei rimborsi per un sistema di misure fiscali adeguate.

di Sara De Carli

Continua l’intervista con Silvia Della Monica, presidente della Commissione adozioni internazionali: dopo aver ribadito che la qualità delle adozioni conta più dei numeri e che pertanto, in una visione complessiva, non possiamo parlare di crisi delle adozioni, la presidente della Cai si è detta convinta che quello italiano risulta essere un sistema modello. Il suo operato, nei Paesi di origine, sarà incentrato su due punti: aumento della cooperazione internazionale, nell’ottica della adozione come sussidiarietà, e la stipula di accordi bilaterali. Nella seconda parte dell’intervista parla del rapporto fra la Commissione e gli enti autorizzati.

Da più di due anni il presidente della Cai non incontra gli enti autorizzati. Lei come intende impostare le relazioni con gli enti? Che modello di Cai ha in mente?
Le competenze attribuite alla Commissione per le adozioni internazionali dalla convenzione dell’Aja, dalla legge di ratifica e dal regolamento approvato con il DPR n.108 del 2007 sono molteplici e complesse, in campo nazionale ed internazionale. Il “modello” che ho in mente è quello di una Commissione che, in aderenza alla Convenzione dell’Aja e alla legge italiana di ratifica della stessa, svolge in pienezza tutti i compiti che le sono affidati a presidio della tutela del superiore interesse del minore. In tale prospettiva, una particolare attenzione verrà dedicata alla consultazione, all’ascolto delle proposte degli enti e all’accompagnamento delle loro attività in campo nazionale e internazionale, ma anche alla omogeneizzazione delle procedure, alla correttezza e cura dei rapporti con i minori e le famiglie adottive, agli interventi  formativi e di accompagnamento delle famiglie  nel periodo della prea-dozione, dell’adozione e del post-adozione. La Commissione sarà un punto di riferimento istituzionale – autorevole e forte – di supporto nell’esercizio delle funzioni che la legge attribuisce agli enti autorizzati, ma allo stesso tempo eserciterà con fermezza e rigore la propria funzione di autorizzazione degli enti ad operare, di vigilanza e controllo sulla loro attività  sia in ambito nazionale che internazionale.
Intendo dare atto agli enti che anche per il loro impegno l’Italia può vantare una preziosa  presenza in tutti i continenti per la tutela dei diritti dei minori e costituisce un’esperienza  di riferimento anche per  altri importanti Paesi d’accoglienza. Ritengo opportuno che, dopo oltre  due anni, sia convocato un incontro plenario di tutti gli enti autorizzati, preparando adeguatamente tavoli di confronto, che portino all’individuazione  di un programma da attuare in piena sintonia. È quindi mia intenzione stabilire incontri periodici, finalizzati ad agevolare al massimo i rapporti con tutti gli enti autorizzati nell’ambito di una collaborazione proficua, rispettosa delle regole, importante per lo sviluppo dei rapporti internazionali, di interventi di sussidiarietà e di politiche di integrazione e sostegno. In ogni caso, in questi primi mesi della mia attività ho già effettuato moltissimi incontri con vari enti, sia singolarmente sia in rappresentanza dei vari coordinamenti, e quindi – pur ribadendo l’intenzione di prevedere a breve un incontro in plenaria – gli enti hanno già avuto modo di confrontarsi con la Commissione. Credo che sia ugualmente importante riconoscere, attraverso appositi incontri, anche l’importanza del ruolo e dell’apporto che può fornire l’associazionismo familiare.

Le buone notizie arrivate di recente sul fronte adozioni riguardano l’apertura di Haiti e lo sblocco di circa 220 adozioni in Bielorussia: ci può dire qualcosa su questi due fronti? Ci sono altri segnali incoraggianti?
Per quanto riguarda Haiti, posso dire che successivamente alla richiesta di accreditamento degli enti autorizzati italiani, così come richiesto dalle normative del Paese, alcune coppie hanno iniziato la preparazione della documentazione necessaria da presentare alle autorità locali. Attendiamo quindi a breve l’inizio di un sistema che entri a regime e che conduca alla realizzazione delle prime adozioni nel Paese caraibico. Per quanto riguarda invece la Bielorussia, lo sblocco di cui si parla riguarda l’adozione di minori che hanno fatto parte dei “soggiorni terapeutici” che coinvolgono i bambini provenienti dalle aree limitrofe a Chernobyl: negli anni i soggiorni di questi bambini in Italia hanno fatto nascere legami affettivi molto forti, tali da determinare spesso le famiglie che li accolgono ad intraprendere il percorso adottivo. Questo ha determinato la necessità di confrontarsi con la Bielorussia per trovare modalità legittime e corrette per far sì che tale percorso potesse svolgersi nel pieno rispetto dei diritti dei minori: infatti, molti dei bambini bielorussi che beneficiano dei programmi di risanamento non sono adottabili (per intenderci, hanno le loro famiglie di origine), e quindi si è dovuto procedere a regolamentare tale fenomeno.

La questione "costi" è sempre attuale. Di recente una campagna ha chiesto – senza successo in Parlamento – la detraibilità totale delle spese per l'adozione, ma intanto le coppie che hanno adottato nel 2011 non è stato erogato alcun rimborso, mentre per le adozioni concluse nel 2012 non è stato ancora emesso alcun decreto. Può darsi che nel frattempo qualcosa sia cambiato, ma resta un grande ritardo: pera che punto siamo?
Attualmente per le coppie che hanno concluso l’adozione nel 2011 la Commissione sta procedendo ad emettere gli ordini di pagamento a favore degli aventi diritto, in base alla disponibilità finanziaria che si è andata enormemente riducendo in questi ultimi anni. Certamente la Commissione provvederà ai pagamenti man mano che le somme necessarie saranno disponibili. Ritengo, però, che sarebbe auspicabile superare il sistema dei rimborsi e prevedere, invece, un sistema di misure fiscali idonee a sostenere le famiglie che concludono il percorso adottivo.
 

Sul nuovo numero del magazine (in edicola dal 6 giugno) la presidente della Cai interviene sulla proposta di riforma dell’adozioni internazionali di Vita. Per continuare il dibattito e fare proposte per la riforma delle adozioni nell'ambito della riforma del terzo settore, scrivere a s.decarli@vita.it

 


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