Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Azzardo fiscale: il business cresce, ma lo Stato incassa sempre meno

Nei primi quattro mesi del 2014, le entrate tributarie relative ai “giochi” sono calate di 91 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Nelle case dello Stato sono entrati 3 miliardi e 846 milioni di euro, ma il gettito derivante da lotto, lotterie, “macchinette” e gratta & vinci è in caduta libera. Anche lo Stato comincia a perderci

di Marco Dotti

Mentre l’Istat annuncia che da settembre, oltre a quello “legale” già classificato come consumo ricreativo-culturale, anche l’azzardo illegale entrerà nel Pil, accanto a prostituzione, traffico di droga e contrabbando, le cose per le casse dello Stato non vanno troppo bene. A gridare “Stato baro” si coglie nel giusto, ma anche i bari prima o poi lasciando per strada qualcosa. È successo alle entrate da gioco che, stando ai dati diffusi dal Bollettino del Ministero dell’Economia e delle Finanze (qui allegati) sono in calo.

Nei primi quattro mesi del 2014, le entrate tributarie relative ai “giochi” – conteggiando imposte dirette e indirette – sono calate notevolmente rispetto all’anno precedente. Le entrate totali relative ai giochi, che includono varie imposte classificate come dirette che indirette, sono risultate pari a 3.846 milioni di euro, praticamente 91 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2013.

Osservando il Bilancio dello Stato, però, ci si accorge che l'incasso totale derivanti dai giochi – sempre includendo imposte dirette e indirette – è crollato del 20,2%, pur costituendo ancora il 3% della composizione percentuale delel entrate tributarie.

Questo mentre, sempre tenendo conto del periodo gennaio-aprile 2014, le entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza giuridica, sono aumentate nel complesso di 1 miliardo e 929 milioni di euro (+1.929 milioni di euro, pari a +1,6%) rispetto all’anno precedente. Le imposte dirette si attestano a 62.193 milioni di euro (–989 milioni di euro, pari a –1,6%) e le imposte indirette risultano pari a 56.815 milioni di euro (+2.918 milioni di euro, pari a +5,4%). Cresce anche il gettito derivante da attività di accertamento e controllo fiscale: +21,1%, pari a 451 milioni di euro.

Ciò che dal Mef non spiegano è però l’esatta ripartizione tra giochi. Capirlo sarebbe fondamentale per intervenire sulle asimmetrie nella tassazione. Le voci rese pubbliche dal Mef sono tre: 1) Provento del Lotto; 2) Proventi delle attività di gioco; 3) Apparecchi e congegni di gioco. Tra questi ultimi rientrano sia le macchinette da bar (le slot machine o new slot), sia quelle da sala gioco (le cosiddette vlt o videolotteries). 

Conoscere i differenti flussi sarebbe interessante, per capire a che tipo di “macchinetta” imputare quel segno "meno" sul bilancio che sembra non legittimare alcuna retorica sulla presunta ipertassazione di un settore come quello del gambling legale, che a fronte di un giro d'affari di 120-130 miliardi di euro, di crisi sembra conoscerne ben poca.

@oilforbook


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA