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Accaparramento delle risorse: tutto in una mappa interattiva

La mappa realizzata da Mani Tese, Les Amis de la Terre, CEE Bankwatch, Re:Common, CeVi e CICMA con il progetto “Grabbing Development: verso nuovi modelli di relazione Nord-Sud per un equo sfruttamento delle risorse naturali" dell'Ue

di Antonietta Nembri

Tutto a portata di click. Questo vuole presentare la mappa interattiva sulla giustizia ambientale presentata da Mani Tese, Les Amis de la Terre, CEE Bankwatch, Re:Common, CeVi e CICMA attraverso cui è possibile conoscere la competizione per le risorse più preziose del pianeta: terra, foreste, acqua, miniere ed energia.
Semplici simboli nel planisfero online aiutano il navigatore alla scoperta di alcuni tra i più importanti casi di accaparramento delle risorse da parte di investitori privati e pubblici che gareggiano tra loro nella corsa folle alimentata da un modello di sviluppo che si ostina a non considerare i limiti imposti dalla natura nella produzione di beni e servizi.

La mappa, realizzata dai web designer Maxime Vedel e Rudy Mencé, è frutto del lavoro di ricerca delle sei organizzazioni partner del progetto “Grabbing Development: verso nuovi modelli di relazione Nord-Sud per un equo sfruttamento delle risorse naturali", cofinanziato dall’Unione Europea.  
Pensata come uno strumento dinamico, la mappa può essere aggiornata dalle associazioni coinvolte con nuovi casi. Andandosulla mappa e cliccando su uno dei simboli si possono leggere le storie delle battaglie portate avanti per la tutela dell’ambiente e la difesa dei diritti delle comunità locali. Le cinque risorse prese in esame hanno un colore diverso e a ognuno, sulla piantina, corrisponde una storia e grazie a file multimediali si possono scaricare materiali di approfondimento.

Si va dalle mega-dighe per la produzione di energia idroelettrica, come quella di El Quimbo in Colombia o di Maeshwar in India, all’estrazione di minerali e idrocarburi, come l’oro di Kumtor in Kyrgyzstan o il petrolio dell'Amazzonia in Ecuador. In altri Paesi a essere oggetto del desiderio sono le terre fertili utilizzate per produrre biocarburanti. Come accade nelle piantagioni di Jatropha in Madagascar o in quelle di olio di palma in Liberia. Le foreste e la produzione di legname sono invece protagoniste nelle piantagioni di teak in Sud Sudan e nei progetti pilota per la conservazione tramite il meccanismo REDD+ in Madagascar, Mozambico e Perù. Il sud del mondo è oggetto del fenomeno dell’accaparramento ormai generalizzato che vede non solo la terra me anche tutte le risorse naturali soggette ad accumulo da parte di grandi multinazionali, come di piccole società istituti finanziari e di credito, società assicurative, fondi di investimento e di sviluppo.
Nella riflessione che ha guidato Mani Tesi e gli altri partner alla realizzazione di questo planisfero interattivo la consapevolezza che se per gli investitori gli obiettivo sono la crescita economica, nuovi posti di lavoro e redditi più elevati per le comunità la realtà mostra invece come questi investimenti nel sud del mondo provochino invece l’impoverimento delle comunità locali che risultato inoltre disgregate e a volte anche criminalizzate per le loro proteste contro l’esproprio di risorse

Per questi motivi, Mani Tese e i suoi partner nel progetto “Grabbing Development” chiedono all’Unione Europea e ai suoi Stati membri di agire con urgenza per ridare piena sovranità ai popoli e alle comunità locali sulle proprie risorse naturali, promuovere un modello economico e sociale rispettoso dei diritti umani e dei limiti imposti dalla natura e rendere le imprese europee pienamente responsabili, e quindi sanzionabili, per le violazioni perpetrate nei paesi più svantaggiati.


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