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Addio a Pier Mario Vello, uomo coraggioso e generoso

Si è spento prematuramente domenica pomeriggio, all'età di 63 anni, il Segretario Generale della Fondazione Cariplo. Pier Mario Vello. Ricopriva importanti incarichi in istituzioni italiane e internazionali e aveva da poco pubblicato un libro nella collana Vita/Feltrinelli, che fin dal titolo sintetizza il suo impegno e il suo lavoro: La società generosa

di Marco Dotti

«Un uomo capace, sensibile ed appassionato che ci ha regalato in questi anni la sua amicizia, oltre che la sua competenza, che ha fatto crescere la nostra struttura». Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, commenta così l’improvvisa scomparsa di Pier Mario Vello, dal 2006 segretario della stessa fondazione.  

Laureato in filosofia teoretica a Torino, manager di lungo corso – è stato membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bocconi, consigliere della Fondazione Giordano dell’Amore operante nel settore del Microcredito, oltre che di importanti istituzioni internazionali – Pier Mario Vello ha dato un importante contributo alla filantropia italiana e europea. Un contributo che ha riassunto in un libro firmato con Marina Reolon, La società generosa, che Vita ha avuto il privilegio di poter pubblicare nell'omonima collana con Feltrinell editore (Ordinalo su →Amazon ; Ordinalo su →Ibs )

Un libro che, negli ultimi mesi, lo aveva portato in giro per l'Italia, con oltre duecento presentazioni, per mettere in pratica quelle  parole  sulla necessità di fondare un'economia basata sul dono che tanta parte hanno nel libro e tanta ne hanno avuta nell'impegno di Vello per favorire una filantropia critica, ma attenta al suo valore fondante: l'uomo.

L'impegno di Vello è stato (anche) quello di affermare che «esiste concretamente la possibilità di realizzare società che siano creative, efficienti e profittevoli e allo stesso tempo basate su espliciti  rapporti di generosità non confinata». L'apertura di questa generosità – questa la tesi del libro – deve sapersi fare sistema, non restare eccezione.  Per questo il dono sta alla base, non giunge solo al terminie – come "sovrappiù" di cui liberarsi – del processo economico.

«Affermare – scriveva Vello – che il dono prende corpo nell’esercizio della libertà significa renderlo parte della fenomenologia dell’eticità che, affinché si dispieghi pienamente, necessita da una parte della formazione dell’individuo libero e dall’altra ha bisogno dell’inclusione del diverso, reso amichevolmente partecipe di una società solidale che riconosce tutti gli uomini e le donne come esseri aventi lo stesso diritto alla felicità».

Per Vello, dunque, il dono è rapporto sociale prevalente, prima ancora che economico e dalla natura occasionale. Ripensare il dono come “rapporto sociale” prevalente ha delle implicazioni non da poco, sul nostro modo di considerare intuitivamente ciò chiamiamo “soggettività”, “intersoggettività”, “libertà”, “scambio”, ma anche “comunità”, “finanza”, “vita”, “denaro”.

La forza della riflessione consegnata da Pier Maria Vello alle pagine della Società generosa risiede in un messaggio chiaro che, oggi più che mai,  è necessario comprendere fino in fondo: il dono è tale solo se ci impegna a non sottrarci alla relazione. La filantropia, allora, anche nelle società complesse e globalizzate, resta la  pietra angolare su cui costruire legami solidi di comunità.  Questa la lezione di Pier Mario Vello, uomo coraggioso e generoso.

@oilforbook


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