Welfare & Lavoro

Immigrazione, un numero per capire e per trovare risposte

Prima della fine dell'anno la conta degli arrivi potrebbe superare quota 100mila. Non era mai successo prima. VITA ha voluto ripercorrere le rotte dei migranti dall'Eritrea alla Svezia attraverso il racconto di testimoni, operatori ed esperti alla ricerca di una soluzione possibile

di Redazione

È un’estate dai connotati epocali quella che abbiamo di fronte. Mai si era assistito a un flusso migratorio così continuo: è stata superata quota 60mila che era il record del 2011. Ed è facile che a fine anno saranno più di 100mila le persone arrivate dal sud del Mediterraneo.

Il numero di Vita, in edicola da venerdì, è un numero pensato per capire perché questo sta accadendo e per capire quali sono le risposte possibili. Un numero imperdibile, che ha raccolto le voci di tanti osservatori  autorevoli, e degli operatori impegnati in prima linea. Il numero si apre con una copertina di grande efficacia, disegnata da Sarah Mazzetti: sul profilo di un migrante è tracciata la mappa del grande dramma che ciascuno di loro deve affrontare.

Il numero è costruito come un percorso che ricalca quello deigli stessi migranti. Partendo quindi dall’analisi dei due paesi da cui in questi mesi stanno scappando migliaia di persone: l’Eritrea affrontata con l’analisi di Giulio Albanese e la Siria invece spiegata da Riccardo Cristiano. Lo snodo della Libia, punto di passaggio per la gran parte dei migranti, è raccontato attraverso la testimonianza drammatica di Giovanni Martinelli, il vescovo di Tripoli. Il percorso continua attraverso l’analisi dell’operazione Mare Nostrum e attraverso le voci dei maggiori responsabili dell’accoglienza nel nostro paese. Tra gli altri c’è anche la voce di padre Giovanni La Manna, responsabile del Centro Astalli di Roma, che chiede con urgenza di adottare un permesso di soggiorno Ue da riconoscere a chi ne ha i requisiti.

L’Europa infatti è il grande nodo, vero punto dello scandalo per la sua inerzia. Con Marco Del Panta direttore centrale per le questioni migratorie del ministero degli Esteri, Vita ha analizzato la situazione. Evidenziando l’efficacia di un modello come quello avviato dalla cooperazione italiana a Fayoum in Egitto. Del Panta poi evidenzia come tra le pieghe del trattato di Dublino ci sia anche una cluasola che se attivata sarebbe molto utile per affrontare l’emergenza.
 

La cover di Vita di luglio a cura dell'illustratrice Sarah Mazzetti

Il numero speciale di Vita si apre con un intervento di Gabriele Del Grande, ad anni il più attento osservatore dei flussi nel Mediterraneo, che racconta la sua lunga esperienza e la sua nuova avventura: un film manifesto, prodotto a basso costo, ma che punta al Festival di Venezia.


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