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Sostenibilità sociale e ambientale

Condivisa è meglio: il boom italiano della sharing economy

Otto italiani su dieci hanno modificato le proprie abitudini di consumo, e uno su dieci è passato armi e bagagli all'economia condivisa, mentre un altro 30% lo farà presto. Ride sharing, condivisione della casa, bike sharing le pratiche più gettonate

di Gabriella Meroni

L'Italia è la culla perfetta per lo sviluppo della sharing economy: la maggior parte degli italiani la conosce e la apprezza, ne prevede una notevole diffusione e sa coglierne il valore autentico. E’ quanto emerge da una ricerca di Ipsos, commissionata da Airbnb e BlaBlaCar che ha fotografato il fenomeno della economia della condivisione nel nostro paese. Dallo studio è emerso che il 75% degli intervistati ha sentito parlare di sharing economy e, tra coloro che conoscono questo fenomeno, il 67% lo identifica con beni e servizi (ride sharing, condivisione della propria casa, bike sharing, ecc.), mentre il 21% lo associa a un vantaggio economico.

Un’immagine positiva

L'immagine della sharing economy è positiva presso la maggior parte degli intervistati, con il 31% interessato a utilizzarla, un 11% che si dichiara già utilizzatore e solo il 27% che si è invece dimostrato negativamente orientato verso il fenomeno. La crisi economica che sta interessando il nostro Paese ha spinto gli italiani, ben l'86% del campione intervistato, a modificare le proprie abitudini di consumo. Nell'ambito di questa stragrande maggioranza, 2 rispondenti su 3 hanno ridimensionato le spese. Sono diverse le nuove modalità di consumo che si sono affermate di recente – ride sharing, condivisione della casa, bike sharing – e solo una minoranza degli intervistati le considera destinate a restare fenomeni di nicchia: il 57% degli intervistati prevede infatti una forte diffusione del ride sharing, il 47% ritiene che l'house sharing crescerà nel prossimo futuro, mentre i settori che sembrano avere maggiori potenzialità sono il co-working e il car sharing, citati rispettivamente dal 61% e dal 53% degli intervistati.

Chi la utilizza

Le motivazioni fondamentali che spingono all'adesione alla sharing economy cambiano a seconda dei profili degli utenti: il bisogno parla agli "anonimi" e ai "pragmatici" che ricercano la stabilità; la sfida agli "avventurieri" e "sociali" che mirano a una crescita a livello sociale; gli ideali agli "educatori" e ai "valoriali" che aspirano a un percorso che implichi responsabilità sociale e sostenibilità ambientale. I profili si collocano in una linea evolutiva di crescita personale passando dal focus individuale a quello interpersonale e infine a quello collettivo. Secondo il 38% degli intervistati, convenienza e risparmio sono due elementi chiave che descrivono la sharing economy, il 26% la associa alla sostenibilità ambientale mentre per il 22% rappresenta un'innovazione. 
L'economia della condivisione appare quindi una delle risposte più efficaci all'attuale crisi economica ma, per diffondersi in modo più ampio, richiede una maggiore focalizzazione sulla qualità data dal valore generato dalla condivisione stessa, piuttosto che sulla quantità.

«Se da un lato la crisi e la necessità di far quadrare il bilancio familiare hanno certamente agevolato le pratiche di sharing, dall'altro la leva economica, pur preminente, non è la sola alla base della diffusione del fenomeno. La novità e l'innovazione, la socialità ma anche la sostenibilità ambientale e l'etica implicite nella condivisione di beni e servizi, sono le determinanti emergenti, che possono sostenere la sharing economy una volta superata la crisi» afferma Fabio Era, Senior Researcher, Ipsos Public Affairs.


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