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Gaza: si preghi per la fine di questa pazzia

La lettera che il parroco di Gaza City, Padre Jorge Hernández, ha divulgato in queste ore. «È ammirevole la fiducia che si constata tra la gente. Non è la prima volta che c'è la guerra. Non sarà l’ultima. Si consegnano nelle mani di Dio»

di Redazione

Continua l’offensiva di Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza. I raid militari si susseguono e la conta delle vittime è sempre da aggiornare (il bilancio è di oltre 170 morti e più di 1100 feriti).
Al contempo, non si fermano i lanci di razzi di Hamas verso Israele, la maggioranza intercettati dal sistema antimissilistico dell’esercito di Gerusalemme. E mentre la sotiazione sembra scivolare inesorabilmente verso un'offensiva di terra, arrivano le paorle di Padre Jorge Hernández, parroco di Gaza City.
 

Padre Jorge Hernández, parroco di Gaza City

Ecco la sua lettera:

Sono già cinque giorni che è attiva l’operazione “Protective edge” nella striscia di Gaza. Il rumore, quello degli aerei, delle esplosioni, delle sirene d'ambulanze, fa già parte della vita quotidiana. Nella giornata di ieri abbiamo notato l’intensificarsi dei bombardamenti aerei, da terra e dal mare. Abbiamo anche constato il persistente lancio di razzi da qui verso Israele. Prendiamo atto anche dell’invito che è stato fatto agli abitanti della zona di Bet Hanun e Bet Lahia di evacuare immediatamente le loro abitazioni.

E quindi noi ci uniamo alle domande di queste persone: “Dove andare?”. Gaza è piccola. Tutto è molto vicino. Non c’è un luogo sicuro, neutrale, che possa fungere da rifugio per la popolazione. Quindi, dove andare? Questa guerra e la sua natura sono già state assimilate dalla popolazione: aerei, esplosioni, distruzione e morte. La gente addirittura pronosticava, e da parecchio tempo, un possibile attacco bellico che sarebbe durato molto. Pronostico a colpo sicuro della saggezza popolare. L’unico elemento che ha destabilizzato tali previsioni è stato quello di trovarsi davanti ad una resistenza su grande scala e meglio preparata da parte dell’autorità locale, rispetto alle volte precedenti. Che Hamas sia arrivata a Tel Aviv e Gerusalemme non è una cosa  di poco conto.

C’è anche il fondato timore di una reazione all’interno della striscia, ai danni dei cristiani. Non sarebbe una cosa troppo strana dato il modus operandi in altri luoghi. Per questo è ammirevole la fiducia che si constata tra la gente. Non è la prima volta. Non sarà l’ultima. Si consegnano nelle mani di Dio. Quanto dovranno sopportare può saperlo solo Dio. Per il momento noi stiamo bene, sicuri e sereni. chiediamo che si preghi per la fine di questa pazzia.


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