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Cooperazione & Relazioni internazionali

Gaza: oggi potrebbe essere un giorno decisivo per la pace

La proposta di tregua promossa dall’Egitto sembra possa riuscire. Prevede un cessate il fuoco assoluto di dodici ore e una serie di incontri, a Il Cairo, delle delegazioni delle parti belligeranti per trovare una soluzione stabile

di Redazione

180, morto più, morto meno. È questo il numero delle vittime causate dai sette giorni di bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. I caduti, così come i circa 1.100 feriti, sono in gran parte civili palestinesi, donne e bambini compresi.

Unanime è lo sdegno in tutto in mondo per questo conflitto che, oltre ad essere assurdo come tutte le guerre, evidenzia l’incapacità totale e i limiti insuperabili della diplomazia e delle organizzazioni internazionali a trovare una soluzione alla complicata situazione che, da sempre, perdura in questa parte del Vicino Oriente che si affaccia sul Mediterraneo.

L’ONU si è dimostrata impotente. A niente è servito l’appello al cessate il fuoco del segretario Ban Ki-moon, secondo il quale “troppi civili palestinesi sono stati uccisi” dai raid israeliani e ancor meno ha sortito effetto la sua richiesta volta a dissuadere Israele dall’intraprendere un’offensiva di terra.

Il presidente USA Obama (uno che di pace se ne intende!) si è reso sin dai primi giorni di guerra disponibile a ricoprire il ruolo di mediatore tra le parti, ma il grande alleato Netanyahu, presidente israeliano, sembra aver declinato, o quasi, l’offerta del collega statunitense.

Nel vuoto è caduto anche l’accorato appello alla pace che Papa Francesco ha lanciato durante l’ultimo l’Angelus durante il quale ha invitato tutti “a continuare a pregare con insistenza per la pace in Terra Santa”.

La lista delle richieste per il cessate il fuoco potrebbe allungarsi ancora per molto e, purtroppo, nessuna di queste ha prodotto l’esito sperato.

Oggi però qualcosa di buono potrebbe succedere. Infatti, la proposta di tregua promossa dall’Egitto, se accettata, dovrebbe essere operativa da questa mattina (ore otto italiane).
Il governo israeliano ha reso noto di accettare l’iniziativa egiziana per un cessate il fuoco, tuttavia Hamas e il suo braccio armato, nonostante le pressioni della Lega Araba, degli USA e dello stesso Egitto, sta rifiutando la tregua perché vuole prima un accordo completo su Gaza.

La proposta egiziana prevede un cessate il fuoco assoluto di dodici ore e una serie di incontri, a Il Cairo, delle delegazioni delle parti belligeranti per trovare una soluzione stabile sotto la mediazione della diplomazia egiziana.

Nel 2012 qualcosa di simile riuscì e si mise fine all’Operazione Pilastro di Difesa che, allora come ora, provocò molte vittime innocenti.

Sono queste ore decisive nelle quali speriamo che prevalga il buon senso. Il conflitto si sta consumando da oramai da una settimana e giorno dopo giorno si assiste a un’escalation sia per la portata dei bombardamenti che per l’impiego delle armi utilizzate. Due esempi per chiudere: ieri è stato abbattuto dalla difesa israeliana un drone lanciato da Gaza, sempre ieri si contavano oltre 40 mila soldati israeliani e decine e decine di carri armati ammassati lungo il confine pronti ad invadere la Striscia.


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