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Oxfam: a Gaza è emergenza umanitaria

L’associazione umanitaria lancia l'allarme: «colpiti 395 mila civili in 18 località, che adesso sono senz'acqua e servizi igienico sanitari. Il 70% delle vittime sono civili, il 30% sono bambini, oltre 15 mila gli sfollati»

di Redazione

Continua la tragica conta delle vittime, data l’escalation militare nella Striscia di Gaza.Stando a quanto riferito secondo l’Osservatorio per i diritti umani Euromed, Israele colpisce la Striscia di Gaza ogni tre minuti.
 
Il quadro della situazione
Tragico il quadro dell’escalation militare in corso. Secondo le stime in totale sono stati fino ad oggi 2144 i raid israeliani mentre da Gaza sono partiti 1103 razzi, che avrebbero causato almeno 22 feriti. «Le persone continuano a chiedermi quale sia l’attuale situazione di Gaza, e io non so da dove iniziare per descriverla. Spaventosa. Pericolosa. Confusa. Moltissime emozioni sono in gioco». – racconta l’operatrice di OxfamArwa Mahna dall’interno di Gaza – «Gli aerei colpiscono dovunque, in ogni istante, giorno e notte. La notte è il momento più difficile. I bombardamenti si intensificano e li sento farsi sempre più vicini. Anche se sono esausta cerco di forzarmi a non dormire… Le esplosioni sono anche più spaventose al risveglio, così preferisco essere desta quando colpiscono».  Nelle ultime ore è salito inoltre il numero delle vittime  arrivate a 172, mentre sono oltre 1130 i feriti, di cui due terzi costituiti da donne e bambini. L’ufficio di coordinamento per i diritti umanitari (OCHA) riporta inoltre che almeno il 75% dei decessi riguarda civili, di cui il 30% è rappresentato da bambini. Dati confermati in linea di massima anche dalle Nazioni Unite, che parlano del 70 per cento di civili colpiti.

Secondo Oxfam inoltre, con l’intensificarsi dei raid aerei, adesso sono 395mila le persone in 18 diverse località, che si sono viste distruggere le strutture idriche e sanitarie che fornivano loro servizi essenziali. Mentre il 90 per cento dell’acqua potabile nella Striscia è a rischio di contaminazione. In grave difficoltà anche le strutture sanitarie: sono stati danneggiati 4 ospedali, 3 cliniche, un centro per disabili e 4 ambulanze. Le 10 cliniche mobili di Oxfam hanno dovuto sospendere momentaneamente il proprio lavoro a causa dei bombardamenti in corso. In totale inoltre stando  a quanto riportato da Mofeed Alhasayna, Ministro del lavoro e dell’edilizia abitativa, più di 390 case sono state completamente rase al suolo, mentre quelle distrutte solo parzialmente sono 10.500. Inoltre 36 scuole sono state danneggiate.

Cresce nel frattempo l’emergenza cibo
I prezzi dei beni alimentari stanno salendo rapidamente: lo staff di Oxfam, presente  a Gaza con 34 operatori locali, riporta che il prezzo di verdure come pomodori è raddoppiato nei giorni scorsi. Mentre ovviamente i negozi restano chiusi.

L’Impatto sui civili in Israele
Secondo le stime sono decine di migliaia i civili israeliani che sono stati colpiti dall’incremento degli attacchi missilistici provenienti da Gaza. Diversi edifici sono stati colpiti e alcune scuole e altre strutture sono state chiuse. Inoltre, nel corso delle scorse settimane ci sono state diverse segnalazioni di persone ferite (una dall’inizio delle operazioni militari).​
 
Le vittime
A Gaza si contano 172 morti e oltre 1100 feriti. Le cifre aumentano di ora in ora. Almeno il 70% delle vittime sono civili, incluse donne e bambini. Alcuni edifici civili sono stati danneggiati o distrutti dagli attacchi. In Israele alcune persone sono state ferite dal lancio dei razzi

Acqua e servizi sanitari
I raid aerei hanno distrutto alcune strutture idriche e sanitarie che forniscono servizi a 395mila persone in 18 diverse località. L’approvvigionamento idrico di più di 100.000 persone è stato interrotto in seguito alla distruzione di una tubatura e di due pozzi d’acqua. Anche una stazione di drenaggio delle acque reflue è stata gravemente danneggiata, con più di 25 milioni di litri di liquami che si stanno rovesciando in mare. Il 90% dell’acqua a Gaza è già rischiosa da bere, e questo causerà il peggioramento di una situazione già disperata. Molte persone hanno dimezzato la quantità d’acqua che ricevevano prima del conflitto: alcuni sono state costrette a bere e utilizzare acqua contaminata, aumentando così il rischio del di malattie.
 
Medicinali
Per via del blocco in corso, molti ospedali a Gaza stanno già affrontando la carenza di farmaci essenziali, di attrezzature mediche e del carburante necessario per i generatori e le ambulanze. Oxfam lavora con un ospedale dell’area che sta lottando per far fronte all’afflusso dei feriti, e che riferisce che è probabile che il suo carburante finirà nel giro di pochi giorni. Oltre un quarto dei medicinali fondamentali è al momento esaurito. Il centro sanitario di un partner di Oxfam è stato danneggiato durante un raid aereo, lo stesso vale per altre cliniche: finora sono stati danneggiati 4 ospedali, 3 cliniche, un centro per disabili e 4 ambulanze. Le 10 cliniche mobili di Oxfam hanno dovuto sospendere i servizi in quanto le strade sono diventate troppo pericolose.
 
Cresce il numero degli sfollati, Oxfam al lavoro per 3000 mila famiglie
Intanto con la prima operazione terrestre da parte dell’esercito israeliano nel Nord della Strisca, cresce anche il numero di civili costretti a scappare dai bombardamenti e dalla minaccia di ulteriori incursioni.Umiliana Grifoni, responsabile dell’area Mediterraneo per Oxfam, una delle Ong al lavoro a Gaza, sintetizza l’evolversi della situazione nelle ultime ore e la crescente urgenza di intensificare il lavoro di assistenza umanitaria in aiuto della drammatica situazione quotidiana in cui i civili si trovano, stretti tra i bombardamenti israeliani e i lanci di di razzi da parte di Hamas: “Al momento si contano oltre 15.000 sfollati dall’interno della Striscia, comprendenti le famiglie che si sono viste distruggere o danneggiare le  proprie abitazioni. – afferma Umiliana Grifoni – Da ieri, le famiglie che scappano dal nord della Striscia di Gaza a seguito dei ripetuti avvertimenti di Israele riguardo un imminente attacco di terra, sono ospitate nelle scuole che l’UNRWA (l’Agenzia delle NU per i rifugiati palestinesi) ha messo a disposizione, ma necessitano di assistenza immediata (cibo ed acqua in primo luogo). La cosa potrebbe ulteriormente aggravarsi nelle prossime ore in caso di un attacco via terra di Israele considerando che la popolazione nel nord di Gaza ammonta a 300.000 persone.  Oxfam, che ha già in corso diversi tipi di intereventi per assistere la popolazione, si sta organizzando per dare immediata assistenza a 3.000 famiglie sfollate”.  


 


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