Cooperazione & Relazioni internazionali

Israele dice no all’Onu. Gaza allo stremo

L’ultimo aggiornamento riporta che le vittime palestinesi sono 583, i feriti oltre 3.640 e che i soldati israeliani morti al momento sono 27. Nessuna tregua all’orizzonte

di Redazione

L’ultimo aggiornamento riporta che le vittime palestinesi sono 583, i feriti oltre 3.640 e che i soldati israeliani morti al momento sono 27.

Prima di arrivare alla pace, quanto ancora dovranno lievitare questi numeri? Possibile che non si riesca a mettere la parola fine a questa assurda guerra? Per quanto tempo si dovrà andare avanti ancora?

Questi sono soltanto alcuni dei quesiti che l’opinione pubblica mondiale si sta ponendo ed ai quali il fior fiore della diplomazia internazionale non è in grado di dare una risposta.

Forse anche quest’oggi ci sarà una breve tregua umanitaria per consentire di portare aiuto alla popolazione della Striscia che è alla frutta. E poi, si ricomincerà con i razzi, i bombardamenti, i morti, i feriti, e tutto il resto.

Le tregue umanitarie sono indispensabili per la popolazione, ma per le fazioni belligeranti sembrano essere  solamente un pausa caffè per ricaricarsi e per poi riprendere la guerra con maggiore vigoria.

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha manifestato la sua «grave preoccupazione davanti al numero crescente delle vittime» ed ha rinnovato il suo appello per una «fine immediata delle ostilità». In una dichiarazione letta dal presidente del Consiglio, l'ambasciatore ruandese Eugène-Richard Gasana, 15 paesi membri chiedono un «ritorno all'accordo di cessate il fuoco del novembre 2012» tra Israele e Hamas. Il Consiglio di sicurezza chiede inoltre «il rispetto del diritto internazionale umanitario, compresa la protezione dei civili» e sottolinea «la necessità di migliorare la situazione umanitaria» nella Striscia di Gaza.

Anche il premio Nobel per la Pace nonché presidente degli Stati Uniti Barack Obama è impotente di fronte alla situazione attuale. Comunque fa sapere che gli USA sono “preoccupati” per il crescente numero di vittime palestinesi a Gaza provocato per l'offensiva di Israele e precisa che "non vogliamo più vedere civili uccisi". La duplice conclusione del ragionamento di Obama è scontata: serve la fine delle ostilità e ribadisce il diritto di Israele a difendersi.

Oggi al Cairo è in programma un vertice tra il segretario di Stato americano Kerry, il segretario delle Nazioni unite Ban ed il presidente egiziani Sisi. Il lavoro che sono chiamati a svolgere è davvero difficile anche perché la guerra sembra essersi incanalata in una situazione di non ritorno che sta contagiando anche i membri del governo israeliano. Così il ministro della difesa israeliano Moshe' Yaalon ha dichiarato che “l’'operazione continuerà  finché non sarà riportata la calma'' nel sud del paese ed ha aggiunto che probabilmente saranno richiamati altri riservisti e che finora sono stati colpiti più di 2.700 obiettivi nella Striscia.

L'ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon, in una trasmissione di Rai Radio1 ha fatto questa analisi: «Vogliamo un processo di pace con l'Autorità palestinese, con l'auspicio che ci possa essere una interruzione fra l'Autorità palestinese e l'organizzazione terroristica Hamas. In questo modo potremo ritornare al tavolo negoziale». Ha ribadito poi che «Hamas è un'organizzazione terroristica che vuole la distruzione di Israele e l'uccisione degli ebrei» e che per arrivare alla pace «serve distacco fra Anp e Hamas».

Per quanto riguarda la cronaca della guerra delle ultime ore, niente da segnalare in modo particolare. Soltanto che un bombardamento israeliano ha fatto crollare diversi piani di un grattacielo di Gaza provocando dieci morti, metà donne e bambini, e una quarantina di feriti; che è stato colpito l'ospedale di Al-Aqsa nella parte centrale della Striscia e ci sono stati almeno quattro morti e che un altro bombardamento al centro di Gaza City ha ucciso otto palestinesi, quattro dei quali erano bambini.


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