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Bobba: riforma terzo settore legge entro l’anno. Ecco come

Il sottosegretario illustra alla manifestazione riminese i contenuti della legge delega, che conta verrà approvata entro dicembre. Dal riordino legislativo alla semplificazione, dal ritorno dell'Agenzia per le onlus al servizio civile, dalla riforma fiscale all'impresa sociale, ecco dove sta andando il governo. Con pochi soldi, ma tanta determinazione

di Gabriella Meroni

Una riforma in sette punti, che vedrà la luce entro l'anno e dovrà per forza essere condivisa con tutti i soggetti del non profit che vorranno far sentire la loro voce. E' questo in sintesi il messaggio che il sottosegretario al ministero del Lavoro con delega al terzo settore, Luigi Bobba, ha voluto portare oggi al Meeting di Rimini nel corso dell'incontro dedicato proprio alla riforma del terzo settore annunciata da pochi giorni in Parlamento.
Rispondendo alle questioni poste dagli altri intervenuti – Raffaella Pannuti di Ant e Luigi Grimaldi del Gruppo cooperativo La Cascina, oltre a Monica Poletto di CdO-Opere sociali che moderava il dibattito – che vertevano su questioni “calde” quali l'integrazione tra pubblico e privato, la necessità di programmazione congiunta, valutazione degli interventi e trasparenza, Bobba ha illustrato i contenuti della riforma, che – ha sottolineato – è stata inserita dal governo tra le grandi riforme che cambieranno il paese e contribuiranno a “riportare la speranza per tutto il paese”.
Sette i punti toccati dal sottosegretario, che è partito dal principio ideale che il governo ha inteso realizzare, quella “libertà di iniziativa di cittadini singoli e associati” che lo Stato deve favorire, in base a quano recita l'ultimo comma dell'articolo 118 della Costituzione, per attuare il principio di sussidiarietà. Il secondo principio che sottende a diversi interventi normativi che seguiranno la riforma è quello della semplificazione, alla quale Bobba ha ricondotto la sburocratizzazione delle procedure per ottenere la personalità giuridica da parte delle associazioni non profit (“Adesso è una giungla”, ha detto Bobba, “prima di ottenerla passa troppo tempo”), e la riduzione a un registro nazionale unico di tutti gli elenchi (“Oltre 200”) che esistono in Italia per censire, a vari livelli, le organizzazioni non profit. 
Quarto punto è la ricostituzione della defunta Agenzia per le onlus, non nella forma di un'authority né in quella che aveva quando fu chiusa, ma sottoforma di “agenzia di missione” presso Palazzo Chigi, mantenendo gli stessi poteri di promozione e controllo stabiliti dalla normativa. Quinto punto il riordino della legislazione che regola vari aspetti e fattispecie del terzo settore, cercando di dare al non profit un'uniformità normativa a lungo attesa; a fianco di questo riordino civilistico, Bobba ne ha annunciato un altro, ugualmente atteso, quello fiscale (compresa la stabilizzazione del 5 per mille): “Dobbiamo evitre trattamenti differenziati”, ha spiegato il sottosegretario, “e nicchie in cui si potrebbero nascondere i soliti furbi. Sulla questione dell'esenzione Iva per le non profit, di cui si discute molto sui giornali in questi giorni, dico solo che occorre fare attenzione, perché premiando il donatore si rischia poi di non poter più favorire chi riceve”.
Come sesto punto Bobba ha citato l'attesa riforma dell'impresa sociale, un terreno sul quale “l'Italia ha aperto una strada, quella della cooperazione sociale, che ora tutta Europa sta seguendo. Bene, però vogliamo fare un passo in più, dando vita a imprese sociali innovative nel settore del welfare, delle vere e proprie start up sociali, verso le quali vogliamo attrarre investitori che amano il rischio moderato ma soprattutto gli investimenti che creano valore sociale”. A questo fine, ha aggiunto Bobba, è stato stanziato l'unico fondo della legge, 50 milioni di euro che andranno nel tempo incrementati grazie “alla cassa depositi e prestiti e a fondi strutturali”.
L'ultimo punto ha riguardato il servizio civile, una forza e una ricchezza per l'Italia che negli ultimi anni era stata dilapidata e che invece Bobba spera di riportare ai fasti di un tempo, raggiungendo 100mila giovani in servizio entro il 2017. “Questa riforma per essere efficace dovrà essere condivisa”, ha concluso il sottosegretario, “come già è avvenuto nella fase istruttoria della riforma, che ha visto coinvolti oltre mille soggetti non profit. Ora le indicazioni ricevute andranno tradotte in pratica, non tanto nel testo già presentato, quanto nei decreti attuativi. Posso contare sull'appoggio di tutto il governo”, ha assicurato Bobba, “e soprattutto dei ministri Poletti e Boschi, con i quali condivido l'obiettivo di farla approvare entro l'anno”.


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