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Troppi social network fanno male. Adesso c’è la prova

Un autorevole studio italiano dimostra la correlazione tra infelicità e uso intensivo dei social network, e la corrispondente maggiore felicità di chi ha molte relazioni faccia a faccia. A essere intaccata dalle relazioni virtuali è soprattutto la fiducia nel prossimo, vera chiave per il benessere personale

di Gabriella Meroni

Più  rapporti su facebook e twitter, uguale meno amicizie vere uguale una vita peggiore. Non è l'equazione di qualche inguaribile nostalgico dell'era pre-internet ma la conclusione (semplificata) di un autorevole studio italiano di cui si parla moltissimo nel mondo (ma non da noi), dopo essere stato pubblicato dalla Cornell University di New York. La ricerca, “Online networks and subjective well-being”, di Fabio Sabatini (università La Sapienza di Roma) e Francesco Sarracino (Statec  – Istituto nazionale di statistica del Lussemburgo), ha analizzato il comportamento sui social network di ben 50mila italiani tra il 2010 e il 2011, scoprendo che un uso intensivo di questi media “diminuisce il benessere individuale”, quindi, in sostanza, fa stare peggio.
La domanda posta dai ricercatori agli utilizzatori di internet è semplice: “Quanto siete soddisfatti in generale della vostra vita oggi?”. Per rispondere, gli intervistati avevano  disposizione una scala da 0 (per niente soddisfatto) a 10 (completamente soddisfatto), e dovevano inoltre specificare, rispondendo ad altri quesiti, quanto spesso incontrassero amici di persona (non quindi virtualmente) e quanta fiducia avessero nel prossimo, due indicatori fortemente collegati al benessere personale. 
Le scoperte sono state interessanti: innanzitutto, il benessere individuale cala significativamente tra gli individui più propensi al networking online, mentre le interazioni faccia a faccia e la fiducia sociale sono fortemente e positivamente associati alla felicità. In particolare, la fiducia nel prossimo risulta essere al minimo proprio tra coloro che maggiormente frequentano i social network, e secondo gli autori ciò è determinato dal fatto che vengono esposti a espressioni di odio e comportamenti aggressivi da parte di altri utenti. Gli autori si appellano quindi ai responsabili di Facebook e Twitter, in particolare, perché si attivino al fine di eliminare queste storture che, a lungo andare, possono danneggiare la qualità della vita. Ora è dimostrato. 


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