Malattia di Alzheimer, no ad affrontarla da soli

La presidente di Federazione Alzheimer Italia, Gabriella Salvini Porro, nel presentare il Rapporto Mondiale Alzheimer ricorda come esso chieda «che la demenza sia inserita nei Piani nazionali di salute pubblica al pari di altre importanti malattie non trasmissibili».

di Redazione

Federazione Alzheimer Italia ha promosso un convegno scientifico e divulgativo sul tema “Capire e rispondere ai comportamenti del malato di Alzheimer” che si è tenuto alla vigilia della XXI giornata mondiale. Sabato 20 settembre, in sala Alessi di Palazzo Marino (sede del Comune di Milano) dove si è tenuto il convegno accanto agli interventi dei relatori è stato presentato il nuovo Rapporto Mondiale Alzheimer, presentato in Italia dalla Federazione Alzheimer per conto di Adi (Alzheimer’s Disease International) e intitolato “Demenza e riduzione del rischio: analisi dei fattori di protezione modificabili”.
«Il Rapporto Mondiale Alzheimer 2014 presenta un'importante analisi critica dei potenziali fattori di rischio di demenza relativamente a quattro ambiti principali: evolutivo, psicologico e psicosociale, legato allo stile di vita e cardiovascolare», commenta Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia. «Inoltre, e prima di tutto, il Rapporto chiede che la demenza sia inserita nei Piani nazionali di salute pubblica al pari di altre importanti malattie non trasmissibili. In Italia il 27 giugno di quest’anno il Piano Demenze è stato presentato al ministro della Salute Lorenzin. E il 14 novembre si terrà al ministero la Conferenza Internazionale sulla Demenza cui partecipa anche la Federazione Alzheimer Italia. Auspico che il Piano entri in vigore al più presto per aiutare i malati e i loro familiari e rappresenti il primo passo per la creazione di una rete di servizi indispensabile».


Numerosi i familiari di malati e gli operatori del settore  che hanno partecipato al convegno scientifico in chiave divulgativa “Capire e rispondere ai comportamenti del malato di Alzheimer”, organizzato da Federazione Alzheimer Italia in collaborazione con Asp Golgi-Redaelli, Fondazione Golgi Cenci e Unamsi (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Obiettivo dei lavori: far conoscere la malattia e capire cosa significa affrontare e gestire la vita a fianco di una persona malata.
«La base solida su cui si fonda il convegno e il messaggio che contestualmente abbiamo trasmesso a tutti i presenti è l'importanza della collaborazione e la necessità della sinergia. Una collaborazione tra enti, associazioni, famiglie, operatori, studiosi, istituzioni, giornalisti. Una sinergia che è dimostrazione della realtà: la malattia di Alzheimer non può e non deve essere affrontata da soli». È questo il commento comune delle protagoniste della mattinata di lavori:  Silvia Vitali, geriatra responsabile aziendale per l'Asp Golgi-Redaelli dell'area Cure delle Demenze e della malattia di Alzheimer, e Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia.

L'intervento di apertura del convegno “Un approccio centrato sulla persona per comprendere il comportamento del malato” è stato affidato a Murna Downs, docente in Studi sulla Demenza all’Università di Bradford UK e responsabile del Bradford Dementia Group per l’attività di ricerca e di formazione nel campo della qualità della cura per la persona con demenza. L'intervento ha permesso di individuare i concetti chiave dell'approccio centrato sul malato come base fondamentale per comprenderne il comportamento.
Tra i numerosi problemi che caratterizzano l'evoluzione della malattia di Alzheimer, infatti, i disturbi del comportamento sono quelli che maggiormente generano stress per il carer e per la famiglia, aumentano il carico assistenziale e contribuiscono in maniera determinante alla decisione di istituzionalizzare il malato. La possibilità di identificare precocemente questi disturbi, associata a un'adeguata informazione-educazione per la loro corretta gestione, può contribuire a migliorare l'assistenza del malato, a ridurre i motivi di stress e di carico assistenziale e di conseguenza a mantenere il malato all'interno del nucleo familiare.

Dalle stesse premesse è partito l'intervento di Barbara Manni, geriatra del Centro Disturbi Cogniti dell’Asl di Modena, dal titolo “Intervenire al domicilio nelle emergenze comportamentali: il modello della Geriatria territoriale Modenese”. In Italia l’80% delle persone affette da demenza vive in casa, ha ricordato Manni nell’illustrare il Programma Aziendale Demenze di Modena dal 2011 che ha come obiettivo primario quello di fornire un servizio psicogeriatrico territoriale di facile e rapido accesso nelle emergenze comportamentali.
La prima parte del convegno si è conclusa con la premiazione dei vincitori della terza edizione del Premio giornalistico “Alzheimer: informare per conoscere – cura, ricerca, assistenza”, indetto dalla Federazione Alzheimer e Unamsi per promuovere la più sensibile, corretta e completa informazione sulla malattia di Alzheimer. Premiati da Gabriella Salvini Porro, Francesco Brancati (presidente Unamsi) e Claudio Mariani (professore ordinario di neurologia dell’Università degli Studi di Milano – Ospedale Sacco), i 5 giornalisti sono: Gian Ugo Berti de Il Tirreno per la sezione “Quotidiani”; Stefania Culurgioni di Q Code Mag per i “Siti web”; Barbara Di Chiara di AdnKronos Salute per le “Agenzie di Stampa”; Marta Zanella di Scarp de' tenis – Radio Marconi per le “Radio-Tv”; Michele Farina del Corriere della Sera con una “menzione speciale”.

La mattinata di lavori, affidata alla conduzione dei due geriatri Antonio Guaita (direttore della Fondazione Golgi Redaelli di Abbiategrasso) e Antonio Grillo (direttore medico dell'Area Servizi Socio-Sanitari dell’Istituto Redaelli di Milano), ha lasciato il passo alla seconda parte del convegno, presieduta da Teresa Suardi (direttore medico dell'Area Riabilitativa dell’Istituto Redaelli di Milano) e Mauro Colombo (responsabile della Programmazione e Coordinamento dell’Attività Scientifica dell’Asp Golgi Redaelli).
Gli interventi del pomeriggio della psicologa Roberta Vaccaro (“Il familiare di fronte ai problemi del comportamento del malato: intervento sulla competenza e la consapevolezza in un Nucleo Alzheimer”) e della geriatra e psicologa Carla Gandolfi (“Risposta all’emergenza comportamentale: la creazione di letti dedicati nell’esperienza del Nucleo Alzheimer dell’Istituto Piero Redaelli di Milano”), entrambe dell’Asp Golgi Redaelli, hanno esemplificato il sostegno alla famiglia sia sul piano della competenza del caregiver nell'affrontare le problematiche comportamentali, sia sul piano organizzativo con il ripensamento di servizi  esistenti.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA