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Sostenibilità sociale e ambientale

Lego boicotta Shell per salvare l’Artico

In soli tre mesi una campagna virale lanciata da Greenpeace contro le trivellazioni nell’Artico ha spinto Lego a interrompere il contratto da 85 milioni di euro con Shell

di Ottavia Spaggiari

Alla fine Greenpeace ce l’ha fatta: Lego non rinnoverà il contratto con Shell, ponendo fine ad una partnership che dura dagli anni sessanta.

A decretare in soli tre mesi, la fine del sodalizio decennale da 85 milioni di euro, la campagna di Greenpeace lanciata la scorsa estate e diventata subito virale, centrata sulla condivisione di un video su Youtube, in cui è rappresentata una ricostruzione, con mattoncini Lego, di un paesaggio Artico incontaminato, che viene però lentamente ricoperto da una marea di petrolio. Il video, volto a portare l’attenzione del pubblico proprio sui progetti della Shell di trivellare l’Artico e convincere Lego a ritirare il proprio supporto all’azienda, ha ottenuto oltre 6 milioni di visualizzazioni ed è stato accompagnato da una campagna globale, in cui Greenpeace ha reso i piccoli omini della Lego protagonisti di una serie di manifestazioni contro Shell, da Hong Kong a Parigi, fino a Roma.

Inizialmente l’azienda danese aveva risposto alla campagna, negando qualsiasi responsabilità in merito ai progetti di Shell. Il 9 ottobre però, dopo 3 mesi dal lancio dell’iniziativa di Greenpeace, Jørgen Vig Knudstorp, CEO di Lego ha dichiarato che, dopo la conclusione del contratto attuale, non rinnoverà il contratto con la multinazionale del petrolio. I giocattoli Lego sono oggi presenti nei distributori di benzina della Shell in 26 paesi.

“La campagna ha toccato un nervo scoperto della partnership tra le due aziende.” Ha dichiarato al Guardian John Sauven, Executive Director di Greenpeace UK. “Le persone hanno ritenuto che fosse inappropriato che un’azienda produttrice di giocattoli, avesse stretto una collaborazione così stretta con una multinazionale come Shell…Si tratta di un risultato straordinario per la nostra campagna, segno che i tempi stanno davvero cambiando.”

A gennaio Shell aveva dichiarato di aver accantonato i progetti di trivellazione nell’Artico, ma la scorsa  estate, la multinazionale ha presentato al governo degli Stati Uniti un nuovo piano di perforazioni in alto mare che potrebbero condurre a delle trivellazioni in Artico nel 2015 e sulle coste dell’Alaska nord occidentale.

Anche Greenpeace Italia ha salutato la dichiarazione del CEO di Lego come un successo, sottolineando però che il lavoro per la salvaguardia dell’Artico è ancora all’inizio: “ora che anche Lego ha lasciato Shell, è il momento di chiedere a Shell di lasciare l'Artico. I ghiacci artici si stanno sciogliendo, e quest’anno hanno raggiunto il loro minimo storico. Il tempo stringe per salvare l’Artico, e il momento di agire è adesso. ”


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