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Education & Scuola

Scuola, la dispersone ci costa 100 miliardi l’anno

Il calcolo della mancata crescita del Capitale umano e di conseguenza del Pil, è stato fatto da WeWorld Intervita (in collaborazione con Fondazione Giovanni Agnelli e Associazione Bruno Trentin), che lo ha proposta in una ricerca sul mondo scolastico italiano dal titolo “Lost”

di Redazione

Ogni anno spendiamo circa 115 milioni di euro contro la dispersione ma l'Italia resta uno dei Paesi dell'Ue dove i ragazzi abbandonano gli studi prima degli altri. I 115 milioni sono la somma dei 55 milioni investiti dallo Stato sotto forma di progetti nelle scuole e dei 60 milioni che arrivano, invece, ddal Terzo Settore, la galassia di associaizioni, onlus e enti privati che da sola supera l'impegno pubblico.

Sono alcuni dei dati contenuti nella ricerca “Lost” (in allegato) promossa da WeWorld Intervita, dall'Associaizone Bruno Trentin della Cgil e dalla Fondazione Agnelli in collaborazione con CSVnet e che si riferisce sopratutto a quello che accade in quattro città, Napoli, Milano Roma e Palermo.

Nello studio si prova a dare un'idea di quanto costi all'Italia perdere ogni anno decine di migliaia di ragazzi: tra l'1;4% e il 6,8% del Pil, vale a dire da 21 miliardi di euro a 106 miliardi di euro, a seconda della crescita del Paese. Eppure a partire dal 2007, come si ricorda nello studio, lo Stato ha investito 271 milioni di euro per la relaizzazione di circa 5600 progetti con 442 mila partecipazioni di studenti e 95 mila di adulti.

Per la prima volta oltre alle risorse pubbliche sono state studiate anche quelle private investite dal Terzo Settore e la realtà emersa non è ideale.

Pur con notevoli differenze da città a città, l'attività principale è l'aiuto nei compiti scolastici (46,5%).
I progetti del Terzo Settore durano nell'80% dei casi al massimo un anno scolastico, il 9% un bienno, il 10% più di un biennio. Più di un intervento su due coinvolge almeno 45 studenti. Solo un porgetto su 4 è rivolto agli studenti stranieri «ed è emersa una tendenza solipsistica» nella gestione delle attività: il 50% dei progetti viene realizzato in totale autonomia dalle scuole, soprattutto a Roma e Milano. Vale a dire che ci si trova di fonte a tanti intervent, tante risorse, e nessun collegamento tra loro.


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