Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Telethon, Usa e Ferrari. Un tris da 900mila euro

«È stato un esordio molto positivo. Per prima cosa, sbarcando negli Stati Uniti abbiamo cercato le aziende italiane, che ci conoscono bene. Ecco com'è nato l'evento con Ferrari», spiega Francesca Pasinelli direttore generale di Telethon.

di Lorenzo Alvaro

Si scrive Daybreak e si legge Telethon. Si tratta della nuova costola americana della Fondazione Telethon ed è a loro che sono stati devoluit i 900 mila euro raccolti dall'asta organizzata da Ferrari per festeggiare i 60 anni dallo sbarco nel mercato Usa. Evento cui hanno preso parte John Elkann, presidente FCA, Sergio Marchionne, amministratore delegato FCA e presidente Ferrari, Amedeo Felisa, amministratore delegato Ferrari, e Piero Ferrari, vicepresidente Ferrari.
 

La Ferrari 458 SpecialeA messa all'asta

«Il link è stato semplice. Per lanciare il nostro impegno negli States abbiamo cominciato a parlare con le aziende italiane che sono già sul mercato. un approccio più fac9ile in quanto conoscono quello che facciamo e la nostra serietà» spiega Francesca Pasinelli direttore generale di Telethon, che aggiunge, «non nascondo che anche la posizone di Luca Cordero di Montezemolo presidente della Fondazione e fino a poco tempo fa anche della Ferrari ha aiutato».

 

Francesca Pasinelli, direttore generale Telethon

Un asta che ha avuto un grande successo. Il banditore David Gooding infatti ha battuto il primo esemplare della nuova 458 SpecialeA, appena presentata al salone di Parigi, per la cifra record di 900mila euro che, si mormora, sia più o meno il doppio del costo da listino che avrà l'automobile del cavallino rampante.

La raccolta però non stupisce Pasinelli, «è in linea con il modo americano di guardare alla charity. Hanno una sensibilità diversa e sono abituati a questo tipo di manifestazioni. È un approccio diverso da quello Europeo. Ora speriamo di riuscire ad avviare altre collaborazioni e continuare su questa strada».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA