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Statuto delle fondazioni europee: bocciata la proposta

I rappresentanti permanenti non hanno raggiunto un accordo sull’approvazione dello Statuto Unico delle Fondazioni Europee, lo strumento che avrebbe potuto permettere alle fondazioni di operare in tutti i paesi dell’Unione, superando le barriere transfrontaliere

di Ottavia Spaggiari

Un’occasione mancata per le fondazioni e per tutto il terzo settore europeo. I rappresentanti dei 28 Stati Membri hanno respinto la proposta di adozione dello Statuto Unico delle Fondazioni Europee, lo strumento che avrebbe potuto finalmente permettere alle fondazioni di operare in tutti i paesi dell’Unione europea, superando le barriere transfrontaliere. “Una seria battuta d’arresto non solo per il mondo delle fondazioni, ma anche per il non-profit europeo e per i cittadini”, così ha commentato l’esito dell’incontro dei Rappresentanti Permanenti (Coreper), che hanno votato ieri la proposta, Gerry Salole, Chief Executive dello European Foundation Centre (EFC), l’organizzazione con sede a Bruxelles che riunisce oltre 70 fondazioni in tutta Europa.

Dal primo luglio, la Presidenza Italiana aveva lavorato al nuovo dossier, adottando un approccio bilaterale, cercando di risolvere in modo chirurgico, le criticità sollevate dai diversi stati per raggiungere un compromesso. Il risultato è stato un documento solido, secondo EFC, che aveva convinto la maggior parte dei rappresentanti. La proposta però non è riuscita a raccogliere l’unanimità dei consensi necessaria per far passare lo statuto, un segnale negativo, perché secondo lo European Foundation Centre la partita non si gioca più sul terreno tecnico, ma su quello politico.

“Sembra che alcune delegazioni, anche se non sono in grado di negare il valore del ruolo svolto dalle fondazioni nella società,  dubitino del valore dello statuto in sé.” Ha spiegato Salole. “L’ironia è che a rifiutare la proposta sono stati i paesi in cui la tradizione delle fondazioni è particolarmente forte, così come la loro propensione a lavorare insieme ai governi nazionali per migliorare la vita dei cittadini. E’ questo atteggiamento egoistico ad essere ingiusto.”

Ci sono circa 100 mila fondazioni in Europa, con una spesa annuale totale che si aggira intorno a 100 miliardi di euro. Ad oggi una significativa percentuale di quelle risorse, è destinata a far fronte agli adempimenti burocratici e agli adeguamenti resi necessari dalle oltre 50 tipologie legislative nazionali, esistenti in Europa. Si tratta di una somma stimata intorno ai 100 milioni di euro l’anno.

Lo European Foundation Centre ha affermato la decisione di continuare a promuovere un dialogo tra i Paesi europei, per promuovere l’attività transfrontaliera delle fondazioni, in un momento in cui il loro contributo è sempre più determinante, per garantire i servizi, che il pubblico fatica sempre di più a mantenere. Il fatto che i limiti posti dagli Stati Membri non siano di natura tecnica ma politica, rende inevitabilmente le cose più difficili, per le fondazioni e per tutto il terzo settore europeo.


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