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In Calabria con il Csi vince chi educa

Al via il progetto “Sport&Go! Crescere con lo Sport” che oltre ai punti tecnici conteggia anche i punti educativi. «Vogliamo che genitori, allenatori, dirigenti, insegnanti si confrontino sullo stesso obiettivo: la crescita integrale di un ragazzo» spiega Paolo Cicciù, presidente regionale Csi

di Lorenzo Alvaro

Trenta Scuole Calcio per 83 squadre iscritte alla Fase Provinciale dei Campionati giovanili (per le discipline calcistiche) organizzati e promossi dal CSI; a breve, al termine delle iscrizioni, saranno ufficializzate anche le adesioni, già cospicue, per il Mini Basket e il Mini Volley: ad oggi l’Area “Settore Giovanile” stima in 5.000 ragazzi (dai 7 ai 12 anni), 250 istruttori sportivi e 3.000 famiglie coinvolte. Questi i numeri del progetto “Sport&Go!” di Csi Reggio Calabria. In cosa consiste ce lo spiega il presidente provinciale, Paolo Cicciù.
 

 

Come nasce “Sport&Go! Crescere con lo Sport”
Si tratta di un progetto nazionale promosso dalla presidenza nazionale del CSI. noi però in Calabria abbiamo deciso di declinarlo in maniera un po' diversa

In che modo?
All'attività sportiva, con i campionati nazionali Under 10 e Under 12 delle discipline di Calcio a 5, Calcio a 7, Mini Basket e Mini Volley, affiancheremo tre novità. La prima sono gli arbitri-educatori, la seconda la formazione degli allenatori e la terza l'educazione delle famiglie

In cosa consistono queste novità?
Quella dell'arbitro è una novità. Prima ad arbitrare era un tesserato della società ospitante, il cosiddetto “auto-arbitraggio”. Da oggi invece ci sarà un arbitro, formato con una formazione specifica, anche dal punto di vista educativo. Per quanto riguarda la formazione degli allenatori del Settore Giovanile, avverrà sin dalla Fase Provinciale; infatti, gli allenatori/istruttori delle società sportive giovanili, arricchiranno il loro percorso formativo partecipando ad un itinerario specifico (Master per Educatore Sportivo) promosso dal Comitato Provinciale del CSI di concerto con i principali stakeholders del settore. E infine c'è il tema genitoriale: durante l’anno, l’equipe psicopedagogica del Comitato, incontrerà  presso la singola società sportiva, i genitori dei ragazzi. L'obiettivo è quello  di dare la possibilità ai genitori di confrontarsi sulle diverse problematiche “Genitori – Figli”.  Questo spazio non vuole spiegare ai genitori come e perché far fare sport ai figli, quanto coinvolgerli in modo più consapevole nel ruolo educativo quale sono chiamati a rispondere.

La vera rivoluzione è che tutti questi fattori verranno conteggiati in classifica…
Esatto. Si tratta della classifica speciale. Non vale più esclusivamente il valore tecnico. Anche la capacità educativa dà punti e fa classifica. Vince chi educa. Sta proprio in questo l'unicità del progetto.

Qual è il vostro obbiettivo?
A volte l’opera sportiva si stacca dell’impegno educativo, convinti che educare è  compito di un altro, di insegnare un altro ancora e di pregare solo di alcuni. Altre volte tutti coloro che sono impegnati nella crescita di un ragazzo operano come se il ragazzo fosse solo loro, slegati l’uno dall’altro, senza rendersi conto che il ragazzo è lo stesso che vive più mondi. La nostra proposta vuole essere un aiuto affinché genitori, allenatori, dirigenti, insegnanti si confrontino sullo stesso obiettivo: la crescita integrale di un ragazzo. Un tema che in Calabria, dove lo sport dilettantistico è già una sorta di mercato del bestiame torni ad avere un ruolo positivo.


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