Welfare & Lavoro

Trasparenza e open data i motori dell’innovazione sociale

Indy Johar, senior innovation associate, di Young Foundation l’organizzazione simbolo della social innovation britannica, ha spiegato le strategie per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile, durante l’evento Renaturing Cities: Systemic Urban Governance for Social Cohesion

di Ottavia Spaggiari

“Se vogliamo che l’innovazione funzioni davvero, allora dobbiamo avere un approccio sistemico.” Ha esordito così Indy Johar, architetto, senior innovation associate di Young Foundation, ospite della conferenza “Renaturing Cities: Systemic Urban Governance for Social Cohesion”, un evento organizzato al Politecnico di Milano, nel contesto di Expo 2015 e del semestre europeo a guida italiana, per promuovere politiche a sostegno dell’ innovazione e della ricerca nel campo dello sviluppo urbano sostenibile.

Secondo Johar non si può parlare di sviluppo sostenibile, senza la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un vero e proprio cambio di paradigma, che rende necessario l’adozione di approcci nuovi in grado di affrontare, da punti di vista diversi, l’interdipendenza tra le diverse tematiche sociali. “I processi sociali, culturali e di innovazione tecnologica degli ultimi decenni, hanno reso il nostro mondo molto più piccolo e di conseguenza, anche molto più connesso.” Ha spiegato Johar. “Si tratta di un’interdipendenza non solo geografica, ma anche relativa ai diversi aspetti dei problemi sociali che dobbiamo affrontare.”  

Tra le iniziative pratiche di approccio sistemico, secondo Johar, vi sono le imprese sociali e gli esercizi commerciali locali, che rappresentano un valore per tutta la comunità, creando posti di lavoro, favorendo le relazioni e lo scambio sociale. “Il valore di questo tipo attività, può e dovrebbe essere misurato. Basti pensare a quale sarebbe l’impatto per la comunità locale e i costi per la spesa pubblica, nel caso questo tipo di business dovesse essere chiuso.” Le conseguenze infatti non sarebbero solo economiche: non solo la perdita di posti di lavoro, l’isolamento crescente che la disoccupazione spesso implica e le ripercussioni sul benessere delle persone coinvolte e delle proprie famiglie, ma anche la perdita di un punto di riferimento per tutta la comunità.

A giocare un ruolo decisivo in questa tipologia di approccio, secondo Johar, è proprio la capacità di attribuire un valore all’impatto sociale delle singole iniziative. Una pratica resa sempre più accessibile grazie all’utilizzo dei big data e degli open data. “Misurare l’impatto rende possibile quantificare in maniera esatta l’efficacia delle soluzioni e capirne davvero il valore. Essere in grado di misurare l’impatto significa poter creare delle strutture di finanziamento adeguate.”

E gli open data, secondo Johar, hanno anche un’altra funzione: sono fondamentali per il nuovo tipo di governance che l’approccio sistemico richiede. “L’idea dell’uomo solo al comando, ormai è tramontata.” Ha affermato Johar. “Per essere efficaci, bisogna riuscire a coordinarsi e ad agire come un movimento, più che come singole organizzazioni. Anche l’idea di governance, quindi deve cambiare, è necessaria una trasparenza radicale, che oggi può essere resa possibile proprio grazie agli open data. La trasparenza, sulle spese e sugli stipendi, promuove un comportamento virtuoso, promuove l’equità e stimola tutti lavorare meglio per poter giustificare il proprio valore. E’ un motore di cambiamento indispensabile per favorire un approccio sistemico e promuovere. ”


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