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Cara Vita, vent’anni insieme. In Movimento

Il pensiero di Franco Bomprezzi, nostro storico amico e collaboratore, per l'anniversrio dei nostri vent'anni. «Sarà la nostra capacità di narrazione, di ascolto e di condivisione a fare di Vita per lungo tempo ancora un esempio di housing sociale nel mondo dell’editoria. Andiamo avanti»

di Franco Bomprezzi

Cara Vita,
vent’anni e sentirli. Ma sentirli bene. In movimento. Ci sono dall’inizio, Riccardo lo sa bene. Ho imparato con la gente di Vita a ragionare largo, profondo, e prima di tutto ad ascoltare, incuriosito, i mondi che si interfacciavano, galassie a volte lontane, che però anno dopo anno si sono cimentate nell’impresa non semplice di uscire dall’orto di casa e condividere competenze, aspirazioni, visioni, esperienze, buone prassi. Il mondo del welfare è cambiato intorno a noi, ma anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito, con le parole e con le battaglie, con gli approfondimenti e con i servizi dedicati, a cambiare il mondo.

Al punto che adesso ci stanno strette molte definizioni, non ci riconosciamo più in un ruolo secondario e sussidiario (nel senso riduttivo che spesso viene usato) e siamo largamente convinti che il cambiamento del quale ha assoluto bisogno questo Paese, ma non solo, passa attraverso la scelta di una direzione del tutto differente di marcia, abbandonando molti automatismi che di fatto mortificano creatività, produttività, sostenibilità, perfino solidarietà. Lo sviluppo sociale ed economico nuovo, la possibilità di creare lavoro, di tornare carichi di speranza verso il futuro, passa attraverso le elaborazioni culturali e progettuali che questo splendido melting pot di Vita ha saputo nel tempo costruire, cementare, rinnovare.

Molto ha giocato lo sviluppo della rete, grazie anche al web, con la veloce circolazione delle idee, delle proposte, della documentazione che difficilmente è possibile  intercettare sui media generalisti. Ambiente, cooperazione, impresa sociale, attività delle ong, volontariato, associazionismo: altrettante sfide che hanno i volti ben noti di persone che oggi hanno vent’anni di più anche se li portano bene e con disinvoltura, per il semplice motivo che il ricambio generazionale, anche in questo mondo, è difficile e non sempre perché i dirigenti non ce la fanno a lasciare gli incarichi di maggiore responsabilità. Il fatto è che le giovani generazioni sono alle prese con la più impressionante crisi di valori, prima ancora che crisi economica.

La nuova sfida di Vita è coniugare l’esperienza, la memoria, la storia, con le speranze, le rabbie, il vitalismo di chi si affaccia adesso al mondo e non lo trova granché attraente.

Sarà la nostra capacità di narrazione, di ascolto e di condivisione a fare di Vita per lungo tempo ancora un esempio di housing sociale nel mondo dell’editoria. Andiamo avanti.


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