Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Corea, dove i professori guadagnano milioni

Nel paese asiatico, dove il successo scolastico è il primo obiettivo di giovani e famiglie, superare gli esami senza un aiuto esterno è impossibile. Sono sorte così delle scuole di preparazione online i cui docenti sono diventati star e guadagnano cifre a sei zeri. Ecco i due più famosi

di Gabriella Meroni

Quest'anno ha perfino inciso un disco e girato un video con la più famosa cantante sudcoreana, e nel 2014 dichiarerà un reddito netto di 8 milioni di dollari, ma non è una star del cinema né un calciatore ma un professore di matematica, Cha Kil-yong. La Corea del Sud – paese “ossessionato dal successo scolastico”, come scrive il Washington Post in un interessante articolo  – è tra le poche (l'unica?) nazioni al mondo che colloca gli insegnanti al vertice della piramide sociale, premiando il merito e trasformandoli, all'occorrenza, in veri e propri idoli. Cha Kil-yong è l'esempio più clamoroso: stravagante e preparatissimo, testimonial di diversi integratori alimentari che promettono di stimolare l'attenzione, non insegna in nessuna scuola ma tiene lezioni online (ovviamente a pagamento) per preparare gli studenti a superare i rigidi test di ingresso nelle università in una delle tante “Hagwon”, sessioni private su internet, che nel paese rappresentano un business da 20 miliardi di dollari l'anno. Non è infatti sufficiente, in Corea del Sud, “andare bene a scuola”: bisogna eccellere fin dall'asilo, perché se si ottengono risultati di un certo livello dall'asilo di passa nella “giusta” scuola elementare, poi nella “giusta” scuola media, poi nelle superiori “giuste” e infine – traguardo ambitissimo – nelle migliori università del mondo (il sogno per tutti i coreani è Harvard). Fallire anche una sola volta non permette di rimanere in pista, e significa quindi perdere l'occasione della vita, non solo per lo studente ma per l'intera famiglia. Famose, scrive il Washingon Post, sono in questo senso le madri coreane, molto più che tigri quando si tratta di spronare i figli verso il successo scolastico: in coreano le chiamano “chima baram” – gonna svolazzante – alludendo all'incedere deciso delle mamme che affrontano i professori chiedendo che i figli siedano in prima fila o mettendo in discussione un voto basso.
Non a caso, gli studenti coreani sono ai primi posti delle classifiche Ocse in tutte le materie, ma tanta competizione ha anche il rovescio della medaglia: le stesse statistiche mostrano infatti che i ragazzi di Seul sono all'ultimo posto quanto a “felicità” sui banchi di scuola, e il paese detiene il triste record del più alto tasso di suicidi tra i paesi Ocse. 
Gli Hagwon rispondono dunque a questo bisogno di essere sempre i primi della classe, e sono frequentati da una media di 300mila studenti l'anno al costo di 39 dollari per pacchetti da 20 ore l'uno, che moltiplicati per un numero pressochè infito di partecipanti online hanno reso milionari questi professori. “Ho sempre voluto insegnare, ma sentivo che farlo in una classe tradizionale mi limitava”, ha dichiarato un altro insegnante notissimo in Corea, il 33enne professore di letteratura Kwon Kyu-ho (nella foto). “E poi in questo modo sono diventato ricco”. Come il collega Cha, anche Kwon ha ceduto alla pubblicità (sponsorizza una speciale sedia che “aiuta la concentrazione”), cura molto il fisico e ha perfino uno stilista personale. Ma guadagna “alcuni milioni” di dollari l'anno, anche se non ha voluto specificare quanti.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA