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Jobs Act, in arrivo i primi due decreti attuativi

Quello sul contratto a tutele crescenti e quello sulla nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) arriveranno in parlamento lunedì prossimo. La scheda di sintesi del provvedimento

di Giulio D'Imperio

Lo scorso 15 dicembre 2014 è stata pubblicata in gazzetta ufficiale n.290  la L.183 del 10 dicembre 2014 meglio conosciuta come Jobs Act con cui il governo italiano spera ci sia una svolta in positivo alla disastrosa situazione occupazionale attuale. Considerando che tale norma è una legge delega, per essere pienamente attuativa si è in attesa dei decreti attuativi. Quello sul contratto a tutele crescenti e quello sulla nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) arriveranno in parlamento lunedì prossimo. Le commissioni avranno trenta giorni di tempo per esprimere il loro parere. Subito dopo il via libera definitivo.  

CONTRATTO A TUTELE CRECENTI
Questa è una forma contrattuale a tempo indeterminato che deve essere applicata alle nuove assunzioni e che tiene conto dell’anzianità di servizio. Tale formula contrattuale comporta l’esclusione del reintegro del lavoratore nel posto di lavoro per quanto attiene i casi di licenziamento economici, in cambio si dovrà corrispondere al lavoratore un indennizzo economico che risulti essere certo e crescente in base all’anzianità di servizio. Il diritto ad essere reintegrato nel proprio posto di lavoro viene applicato limitatamente ai licenziamenti nulli e discriminatori, oltre che a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato.

 

SALARIO MINIMO
Il tanto richiesto salario minimo è stato introdotto, in via del tutto sperimentale, sia ai rapporti di lavoro subordinato sia ai rapporti di co.co.pro. fino al loro esaurimento.  Tale novità potrà essere applicata nei settori non regolamentati dai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali sia dei lavoratori che dei datori di lavoro comparativamente più rappresentativi su piano nazionale, previa consultazione delle parti sociali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

CO.CO.PRO.
Il Job Act prevede una graduale eliminazione dei contratti a progetto nell’ambito di un progetto che preveda una maggiore stabilità nell’ambito della contrattualistica del lavoro.

INDENNITA’ DI MATERNITA’
E’ prevista la indennità di maternità per tutte le donne lavoratrici comprese le parasubordinate, anche quando il datore di lavoro non versa gli importi contributivi dovuti. Inoltre sono previste anche specifiche norme che permettano la possibilità di conciliare i tempi del lavoro con quelli della vita familiare.

POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO
E’ prevista la nascita di una Agenzia nazionale per l’occupazione che avrà il compito di coordinare le attività degli attuali Centri per l’Impiego e sarà inoltre chiamata a gestire l’erogazione dell’ASpI.

ASpI
E’ destinato a diventare l’ammortizzatore sociale universale e verrà applicato anche alle categorie di lavoratori attualmente non tutelati, come ad esempio i co.co.pro. fino a quando tale formula contrattuale verrà ad esaurirsi.

CIG
Non è più previsto il ricorso alla cassa integrazione guadagni quando l’attività aziendale, od una sua parte, cessa definitivamente senza che ci siano concrete possibilità di proseguimento dell’attività. E’ prevista l’applicazione della cassa integrazione quando si applicano contratti di solidarietà e si prevede anche una riduzione delle aliquote contributive ordinarie, rimodulandole per settore considerando l’effettivo impiego.

DEMANSIONAMENTO
Nel caso di processi riorganizzativi, di ristrutturazione o conversione aziendale è prevista l’applicazione di una nuova disciplina delle mansioni che dovrà conciliare con l’interesse che potrà avere l’impresa con l’utilizzo del personale.

VERIFICA A DISTANZA
E’ previsto l’uso di telecamere od altre strumentazioni tecnologiche sui luoghi di lavoro rispettando quelle che sono le esigenze produttive dell’impresa e la riservatezza e la dignità dei lavoratori.  Occorre ricordare che questa opportunità è stata sempre vietata dallo Statuto dei lavoratori.    


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