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Chi s’approfit del non profit

Fiagop e Peter Pan onlus di Roma lanciano l'allarme: c'è chi si spaccia per noi per raccogliere offerte in contanti porta a porta. Omonimie e metodi che rischiano di trarre in inganno i potenziali donatori

di Antonietta Nembri

Ci sono allarmi che si ripetono e che rendono le persone diffidenti. E il problema è che purtroppo sono ricorrenti nel mondo delle non profit. Perché per realtà che vivono grazie alla generosità delle persone non c’è nulla di peggio che combattere contro chi se ne approfitta, usando metodi poco chiari, giocando su omonimie e messaggi equivoci. Perché sarà pure un proverbio, ma è purtroppo vero che chi si scotta con l’acqua bollente, poi diffida anche di quella fredda.  
Ed è per questa ragione che ciclicamente da parte delle associazioni si cerca di fare chiarezza, di specificare il proprio metodo di fundraising. Si rendono note metodologie chiare, tracciabili. Ma questo non sempre basta. Ne è un esempio quello che sta succedendo all’associazione Peter Pan onlus di Roma. Realtà attiva nella Capitale da oltre vent’anni che attraverso la Casa di Peter Pan accoglie le famiglie dei bambini che, da tutta Italia e non solo, che si recano nella capitale per curare i propri figli negli ospedali Bambino Gesù e al Policlinico Umberto I.

Il primo allarme a ottobre, poi le telefonate si sono intensificate e sempre con la stessa domanda: «Siete voi quelli che stanno facendo il porta a porta per raccogliere fondi?». E la risposta immancabile è sempre stata «No!».
A fare le telefonate nella sede della onlus potenziali donatori piemontesi in particolare delle province di Vercelli e Alessandria. Il fenomeno si è così intensificato nelle ultime settimane da portare alla diffusione di un comunicato dall’inequivocabile titolo “Attenzione alle truffe”.

«Sembra un vero e proprio raggiro. E succede sempre allo stesso modo: un call center invita a donare a Peter Pan e annuncia l’arrivo di un incaricato per raccogliere le donazioni in contanti» racconta il direttore generale di Peter Pan onlus, Gianpaolo Montini. «Ma non siamo noi, non è la nostra modalità di fundraising. Per questo a tutti quelli che ci stanno segnalando la cosa diciamo di avvisare le autorità, di fare una denuncia, non tanto perché una onlus fa raccolta fondi, quanto perché si spaccia per chi non è».
Peter Pan ha avvisato anche la Fiagop, la federazione italiana che riunisce le associazioni genitori oncoematologia pediatrica. «Nel materiale che distribuisce questa associazione dice di collaborare con la Fiagop, ma questo non è vero anche perché il porta a porta è una delle modalità di raccolta fondi che nessuna delle associazioni aderenti alla federazione fa, anzi per aderire alla federazione non si deve fare il porta a porta», sottolinea Montini.

Anche per questo Peter Pan onlus e Fiagop sono uscite con un comunicato stampa congiunto per mettere sull’avviso i cittadini. «Il porta a porta non è contro la legge» ammette Montini «ma non è il modo più serio di fare fundraising. Le nostre campagna, invece, sono pubblicizzate in modo chiaro, utilizziamo gli sms solidali, eventi pubblici (l’ultimo a dicembre a Roma) e le nostre raccolte fondi non sono in contanti: sono tracciabili, hanno una finalità precisa e non sono generiche».
Il direttore generale di Peter Pan onlus ricorda anche che tra le telefonate ricevute in sede a Roma vi sono anche quelle di chi «ci ha chiamato perché era stato insultato o trattato male, c’è stata anche una signora che ci ha chiamato dalla provincia di Alessandria per lamentarsi dal trattamento ricevuto dal call center, chiarito che non eravamo noi l’origine della telefonata alla fine ci ha fatto un bonifico».

Chi fa fundraising in modo serio, infatti, non usa ricatti psicologici, mette in chiaro le normative di riferimento e le possibilità di deducibilità e detraibilità previste dalla normativa per le donazioni tracciabili.


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