Attivismo civico & Terzo settore

Giovani: l’azzardo come stile di vita

Stiamo crescendo generazioni di giocatori. L'azzardo, benché vietato ai minorenni, è entrato prepotentemente nelle loro abitudini, nella quotidianità e segna profondamente il loro stile di vita. Lo conferma una ricerca di Simone Feder, presentata oggi a Vigevano. Ecco i dati, per capire e agire

di Redazione

I giovani e i loro stili di vita. Questo il tema della ricerca condotta tra il mese di novembre e quello di dicembre scorso da Simone Feder, psicologo della Casa del Giovane di Pavia, su  1520 studenti di cui l’80% minorenni. Presentata oggi a Vigevano, la ricerca mostra come l'uso di dispositivi mobili, quali smartphone, l'attitudine a dedicarsi al gioco in solitario con videogames anziché alle relazioni e la propensione all'azzardo siano sempre più una variabili capaci di determinare gli stili di vita (e la loro percezione) tra gli adolescenti.

A preoccupare, dovrebbe essere però anche quel 2% che risponde "volontariato" alla domanda su come ama occupare il proprio tempo libero.

L'azzardo, accanto a altre dimensioni che il sociologo Norber Elias avrebbe classificato come loisir, satura lo spazio sociale, lo chiude. I giovani si trovano così in balìa di una socialità perversa, rischiosa per loro e dannosa, a lungo termine, per la comunità. 

Che cos'è "azzardo" per i giovani

Alla domanda “che cos'è per te il gioco d’azzardo?”, gli studenti intervistati hanno risposto nel 49% dei casi malattia, 29% rischio, 10% fortuna, 5% divertimento, 4% abilità, 3% guadagno. Fondamentale, per la conoscenza dell'azzardo, è l'informazione. Il 32% dei ragazzi dichiara infatti di aver appreso che giocare d'azzardo è legale e lecito in Italia proprio dai media. Il 23%, invece, tra la propria informazione da ciò che vede nei bar. 

Il 92% ritiene che il gioco d’azzardo possa creare dipendenza. Per gli studenti, le motivazioni che spingerebbero le persone a giocare d’azzardo e/o scommettere sono ricondotte nel 67% dei casi alla volontà di arricchirsi. 

Il 18% dei ragazzi intervistati riferisce di avere parenti che giocano abitualmente d'azzardo. Chi ha genitori separati riferisce maggiormente di conoscere parenti che giocano abitualmente d'azzardo. Rispetto alla conoscenza di persone che giocano d’azzardo, il 2% dichiara genitori e fratelli, il 29% parenti in generale, il 31% amici ed il 67% conoscenti.

Tempo e luoghi dell'azzardo giovanile

Il 43% degli studenti afferma di aver giocato con gratta e vinci, 20% alle scommesse, il 10% alle slot, l’8% su Internet Hanno giocato più i maschi ed i minorenni. Questa la preferenza accordata alle varie tipologie di gioco: Gratta e vinci il 63% è di sesso maschile, il 78% è minorenne. Scommesse l’88% è di sesso maschile, il 66% è minorenne. Slot il 74% è di sesso maschile, il 63% minorenne. Internet, l’90% è di sesso maschile, il 70% è minorenne. Giocano alle slot maggiormente i figli di divorziati e conviventi.

Chi inizia più precocemente a giocare d’azzardo riferisce di giocare con maggior frequenza.  Gioca più frequentemente chi riceve più soldi. A settimana, il 7% dichiara di spendere per le scommesse almeno dieci euro, l’1% da 11 a 20 euro, l’1% più di 30 euro. Settimanalmente i giovani riferiscono di spendere per le slot machine nell’1% dei casi almeno dieci euro, l’1% più di 30 euro.

I luoghi in cui gli studenti riferiscono maggiormente di giocare d’azzardo sono i bar e le tabaccherie, in particolare per quel che riguarda i gratta e vinci e le slot. In barba al divieto di gioco per i minorenni, c’è poi un 7% di minori che ha giocato d’azzardo in sale vlt/scommesse, fino al 26% di minorenni che hanno giocato d’azzardo in tabaccherie ed un 6% online.

Ci troviamo davanti – ha osservato Feder, commentando la ricerca – ad un 18% di minori «che gioca d’azzardo e questo, come altri dati, non può lasciarci dormire sonni tranquilli perché stiamo crescendo una generazioni di futuri gambler. Abbiamo però incontrato scuole e amministrazioni locali che si interrogano, investono e cercano soluzioni per dare risposte a questo urlo giovanile sempre più ricco di solitudine. I nostri ragazzi purtroppo faticano a trovare persone disposte ad aiutarli, ma finché qualcuno lotterà per liberare i nostri territori e dare speranza alle nuove generazioni noi saremo al suo fianco».

 


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