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Cooperazione & Relazioni internazionali

Contro la schiavitù del XXI secolo: una luce contro la tratta

Domenica 8 febbraio la giornata internazionale di preghiera e riflessione, mentre venerdì 6 febbraio a Roma si tiene la veglia-fiaccolata per accendere una luce contro la tratta. Nelle case-famiglia dell'associazione Papa Giovanni XXIII solo nel 2014 accolte 191 vittime di tratta

di Antonietta Nembri

La schiavitù non è una pratica del passato. Purtroppo nel XXI secolo è quanto mai attuale e la sua formula attuale si chiama tratta di esseri umani che, secondo l’Oil (Organizzazione internazionale del lavoro) e l’Ufficio delle Nazioni unite contro la droga e il crimine (Unodc) in tutto il mondo riguarda circa 21 milioni di persone che sono vittime di tratta per sfruttamento sessuale o lavoro forzato, ma anche espianto di organi e accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato e altre forme di sfruttamento.  Ogni anno si parla di 2,5 milioni di persone vittime di traffico di esseri umani e riduzione in schiavitù: il 60% di queste vittime sono donne e bambini.

Nel nostro Paese le vittime della tratta le si può incontrare agli angoli delle strade: sono le decine di migliaia di ragazze costrette alla prostituzione. Per dire no a ogni tipo di schiavitù venerdì 6 febbraio a Roma (ore 20,30 nella basilica dei Santi Apostoli) è in programma una veglia di preghiera che invita ad accendere una luce contro la tratta.

In prima fila nel dire no alla tratta la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’associazione fondata da don Oreste Benzi che per tutta la vita ha lottato contro l’indifferenza dei più verso la sofferenza delle giovani ridotte in schiavitù. «Lo scorso anno avevamo indetto una fiaccolata per le “donne crocifisse” puntando l’obiettivo soprattutto sulla prostituzione», spiegano dalla Comunità « quest’anno la manifestazione è in preparazione alla Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone di domenica 8 febbraio».
Un appuntamento «fortemente voluto da papa Francesco», sottolineano da Radio Vaticana. Una data non a caso: l’8 febbraio è Santa Giuseppina Bakhita, una ex schiava sudanese che è divenuta suora ed è stata canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2000.

L’appuntamento di venerdì sera a Roma vuole essere un’occasione per «risvegliare le coscienze» dicono ancora dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Del resto nelle case-famiglia dell’associazione sono accolte molte vittime di tratta: 191 nel corso del 2014.

L’associazione lo scorso anno ha operato con 21 unità di strada in molte regioni  entrando in contatto con circa 9.500 vittime di sfruttamento sessuale e di accattonaggio forzato, con oltre 800 primi contatti. «La nostra Comunità è impegnata su questo fronte da 25 anni. Fu l’incontro nel 1989 di don Oreste Benzi con una prostituta alla stazione di Rimini a rivelare l'orrore della prostituzione e lo stato di oppressione che si celava dietro ad essa. Da allora circa 7.000 donne, di cui molte minorenni, sono state liberate e accolte nelle nostre case-famiglia» ricorda Marco Tassinari dell’ufficio stampa.

Nella relazione delle attività del 2014 si sottolinea che a tutte le persone contattate «è stata offerta una prima informazione sui diritti della persona ed è stata fatta una proposta di liberazione immediata, offrendo una soluzione di vita alternativa con la possibilità di denunciare gli sfruttatori». Nell’ottobre scorso il responsabile generale dell’associazione, Giovanni Ramonda, intervenendo a un seminario organizzato nella sede della Camera ha detto che «per liberare le vittime di tratta bisogna eliminare la domanda, i compratori del sesso, i clienti, in quanto corresponsabili della riduzione in schiavitù delle persone vittime di tratta».

Quella di venerdì nella basilica dei Santi Apostoli a Roma sarà una serata di testimonianze da parte delle vittime della tratta e della schiavitù, in un’alternanza di momenti di preghiera, canti e danze.

Alla giornata di domenica, promossa dalle Unioni internazionali femminili e maschili dei Superiori/e Generali, aderiscono diverse associazione tra cui: Slaves No More – associazione contro la violenza sulle donne e il traffico di esseri umani per lo sfruttamento lavorativo e sessuale, Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Internationalis, Gruppo Abele e molti altri.

La giornata dell'8 febbraio è anche un luogo online dove accendere la propria luce

Foto Getty Images


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