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Humans of New York: la pagina facebook che supera ogni record di fundraising

Humans of New York, la pagina facebook da 12 milioni di like, che raccoglie i ritratti degli abitanti della città, citandone anche pensieri e storie di vita, fa record di raccolta fondi, raccogliendo in pochi giorni oltre 1 milioni di dollari per una scuola in uno dei quartieri più difficili di Brooklyn

di Ottavia Spaggiari

Nel 2010, quando Brandon Stanton aveva perso il  suo lavoro in una delle più importanti società finanziarie di Chicago, non aveva molte certezze. Aveva 26 anni e due grandi interessi, la fotografia e le persone. Fu così che decise di trasferirsi nella città, del suo Paese che, secondo lui poteva offrirgli i soggetti più interessanti, New York.

Qui scelse di dedicarsi totalmente ai suoi abitanti, ritraendo le persone incontrate durante le lunghe camminate per la città.  Inizialmente, Stanton raccoglieva i ritratti sul suo profilo Facebook, fino a quando non decise di creare una vera e propria pagina, totalmente dedicata a ritrarre gli abitanti della città, gli Humans of New York, rendendo le loro fotografie ancora, appunto, più umane, inserendo nella didascalia, una risposta, un pensiero o una storia di vita del ritratto.

Mai il nome, perché, quei pensieri e quelle facce, potrebbero essere quelle di ognuno di noi. Humans of New York è diventato il ritratto collettivo, di un’intera, gigantesca comunità. I pensieri espressi dai soggetti, non sono altro che fili, in grado di rendere tutte le persone più vicine, una sorta di colossale macchina di empatia. Perché, l’idea non solo è diventata subito virale tra i locali, ma è velocemente andata oltre i confini cittadini e nazionali. Oggi una foto di Stanton pubblicata sul sito, riesce a raccogliere in pochi secondi decine di migliaia di like, provenienti da diverse parti del mondo. Solo in Italia, sono stati, autonomamente, lanciati pagine pilota, relative a città diverse, tra cui Roma e Milano.

Dal 2010 Stanton ha pubblicato oltre 6 mila ritratti e ha fatto fruttare al meglio la sua macchina di empatia. La scorsa estate insieme all’Unhcr aveva girato diversi campi profughi, applicando lo stesso identico modello di Humans of New York, e cercando così di portare le vite e le storie più nascoste, su milioni di pagine facebook dell’occidente. Questa settimana però, Stanton ha battuto ogni suo precedente record, raccogliendo in pochi giorni, 1 milione di dollari per una scuola media di Brownsville, uno dei quartieri più difficili di Brooklyn. Stanton ha deciso di contribuire alla campagna, dopo aver postato, alla fine di gennaio, la foto di Vidal Chastanet, un ragazzo di 13 anni, che alla domanda “Chi ha più influenzato la tua vita?” aveva risposto: “La mia preside, Ms. Lopez. Quando finiamo nei guai, non ci sospende. Ci chiama nel suo ufficio e ci spiega come la società sia stata creata proprio per noi. E che ogni volta che qualcuno lascia la scuola, viene costruita una nuova cella in prigione. E una volta ha fatto alzare ogni studente, uno alla volta, e ha detto, ad ognuno di noi, che siamo importanti”.

E’ così che Stanton ha deciso di incontrare Nadia Lopez, alla Mott Hill Bridges Academy e di aiutarla ad esaudire il suo desiderio, portare tutti gli studenti, in gita ad Harvard, per mostrare a chi altrimenti non ne avrebbe avuto l’opportunità, dove avrebbe potuto arrivare se si fossero impegnati. Per una settimana, Human of New York ha ritratto i volti e pensieri di un’intera scuola. Oltre 30 mila donatori hanno contribuito alla campagna online che, velocemente, ha superato l’obiettivo di 100 mila dollari, raggiungendo, la cifra finale di oltre 1 milione di dollari.

“Sono molto orgoglioso di come tutti si sono dati da fare per questa storia, in un modo che va ben oltre la raccolta fondi”, ha scritto Stanton su Facebook, ai suoi oltre 12 milioni di follower. La risposta della rete, infatti, ha avuto un impatto positivo anche sulla vita delle persone coinvolte. “Prima della raccolta fondi, ero davvero in difficoltà e credo che tutti lo fossero, per tutte le cose terribili che sono successe negli ultimi tempi, specialmente tra bianchi e neri. Ma tutti voi ci avete dato la possibilità di sentirci un po’ meglio e la cosa più folle è che tutto questo accade a Brownsville. Fino a poco fa, le persone guardavano le tv e leggevano i giornali e qualcuno probabilmente pensava che qui non facciamo altro che litigare e comportarci come matti.” Ha dichiarato Lopez, in un post, su Human of New York. Ma adesso ci sono così tante persone a cui importa di questi ragazzi e che vogliono sapere di più di loro.” E Lopez non si è scordata, nemmeno in questa occasione dei suoi studenti: “Adesso dovete tutti lavorare un po’ di più e quando non avete voglia di fare i compiti, voglio che vi ricordiate che voi state aiutando a raccontare la storia di Brownsville alle persone di tutto il mondo”.


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