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Cooperazione & Relazioni internazionali

Sono 250mila nel mondo i bambini soldato

Domani 12 febbraio il mondo si mobilita contro la piaga dei piccoli costretti a combattere nei conflitti del mondo. E Intersos lancia una campagna per salvarli

di Gabriella Meroni

Sono spesso i bambini a combattere le guerre del mondo contemporaneo, perché i conflitti attuali sono talmente brutali da aver cancellato dalla coscienza il valore dell’infanzia e dell’inviolabilità dei più indifesi. Si stima, infatti, che siano 250mila i bambini coinvolti attivamente nei conflitti, usati per combattere, per uccidere ma anche per spiare i nemici, per trasportare materiali, per fare da scudi umani. Il 40% sono bambine, ridotte a schiave sessuali, ma anche utilizzate come inconsapevoli strumenti di morte, come dimostrano i tragici casi delle bambine suicide in Nigeria.
Per denunciare tutto questo e dar voce a questi bambini INTERSOS ha lanciato “La scelta di Amadi” campagna che nasce grazie alla collaborazione con la casa di produzione Filmmaster e al lavoro pro bono di Fabrizio Razza di Fabio Cimino, che hanno curato la produzione esecutiva e la regia di un cortometraggio sulla tragica e brutale realtà che ogni giorno è costretto a vivere un bambino soldato. Amadi infatti è il nome del protagonista del corto, rappresenta un bambino soldato come tanti, che attraverso la sua storia, racconta la realtà di milioni di coetanei che nel mondo vengono privati dalla guerra dell’infanzia. Le immagini, dure e realistiche, vogliono scuotere nel profondo lo spettatore, aprire un varco nelle coscienze su una tragica realtà che non può essere ignorata.
Negli ultimi anni, l‘intensificarsi e l’inasprirsi dei conflitti nel mondo hanno esposto i bambini ad una incredibile violenza: vittime di abusi, rapimenti, torture, mutilazioni, vengono assoldati e indottrinati per diventare feroci assassini, a cui non viene lasciata più scelta. E la diffusione del fenomeno è allarmante. Migliaia di casi continuano ad essere riportati in Afghanistan, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Sudan, Yemen, a cui si aggiunge l’utilizzo dei bambini soldato nei conflitti in Mali, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Siria, Iraq.
In Repubblica Centrafricana sono oltre 10.000 i bambini costretti ad imbracciare le armi, piuttosto che andare a scuola; con lo scoppio del conflitto il numero dei bambini soldato nel paese si è quadruplicato rispetto al 2012. In Sud Sudan, gli scontri che insanguinano il paese da oltre un anno, hanno impedito a 400.000 bambini di accedere all’istruzione e hanno coinvolto oltre 12.000 bambini soldato.
Domani 12 Febbraio è la data dedicata alla Giornata Internazionale contro l’uso dei Bambini Soldato.  Per sottrarre i bambini alle violenze dei conflitti, per dar loro l’opportunità di un futuro migliore, INTERSOS porta avanti in 13 paesi progetti di protezione e tutela dell’infanzia nelle crisi umanitarie, laddove le guerre ne minacciano il futuro. Oltre 2.000 bambini sono stati accolti in spazi protetti e sicuri dagli operatori INTERSOS nel Kurdistan iracheno, dove milioni di persone stanno fuggendo dai massacri che insanguinano l’Iraq e la Siria.
In Repubblica Centrafricana, INTERSOS ha riabilitato le strutture scolastiche per permettere a 14.000 bambini di tornare sui banchi, nell’area di Boda nel sud del paese, dove le violenze delle milizie non hanno risparmiato neppure le scuole. In Repubblica Democratica del Congo sono 4.000 i bambini sottratti all’arruolamento forzato grazie alla ricostruzione di 6 scuole nella Provincia Orientale, l’area più colpita dagli attacchi e dai rapimenti delle milizie armate del Lord’s Resistance Army.

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