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Cooperazione & Relazioni internazionali

Zlatan e quei nomi tatuati sul corpo

L'attaccante del Psg è protagonista di uno spot del World Food Programme per cui è sceso in campo con i nomi di 50 bambini in stato di povertà tatuati sul corpo che ha mostrato al pubblico dopo un goal. «Mi sarei preso anche un cartellino rosso per aiutare il WFP perché ci sono problemi più importanti di un'espulsione in una partita»

di Redazione

«Il mio nome è Zlatan Ibrahimovic. Ovunque vada, le persone mi riconoscono, chiamano il mio nome, tifano per me. Ma ci sono dei nomi per cui nessuno tifa: Carmen, Rahma, Antoine, Lida, Chheuy, Mariko». Inizia così il video del World Food Programme che svela il motivo dei 50 nuovi tatuaggi mostrati da Ibra durante la partita con il Caen e che avevano creato un piccolo mistero. «Nel mondo ci sono 805 milioni di persone che soffrono la fame. Vorrei poter scrivere tutti i loro nomi sul mio corpo, ma non sono abbastanza grande», continua lo spot che lancia la campagna #805millionnames. In conferenza stampa Ibra ha poi spiegato, «ho voluto aiutare come ho potuto il World Food Programme – l'agenzia dell'Onu che combatte la fame nel mondo portando cibo a 80 milioni di persone in 75 Paesi –, ricordando questi nomi che non vanno mai in prima pagina come il mio, che invece ci va ogni giorno. È una cosa a cui tengo da prima che mi fosse presentato questo progetto e che rispetto moltissimo».

Poi ha raccontato un aneddoto sulla sua famiglia: «Una volta Helena (sua moglie, ndr) stava cucinando e mio figlio chiese: «Non hai ancora finito?!». Mi arrabbiai con lui, e gli dissi che non importava quanto tempo ci sarebbe voluto, ma che avrebbe dovuto ringraziare perché aveva da mangiare, perché ci sono milioni di persone che non hanno questa fortuna. «Mi sarei preso anche un cartellino rosso per aiutare il World Food Programme – ha detto Zlatan, ammonito per essersi tolto la maglia dopo il gol per mostrare i tatuaggi – perché ci sono problemi più importanti di un'espulsione in una partita».


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