Politica & Istituzioni

Il giocatore greco: Yanis Varoufakis

Un profilo del ministro delle finanze greco, visto attraverso la lente del giocatore. Economista, matematico, esperto di "teoria dei giochi" Varoufakis è stato anche consulente di Valve, una software house di videogiochi per la quale si è occupato di studiare il rapporto tra economia reale e finanza virtuale. Pochi meglio di lui conoscono la differenza tra un gioco e l'azzardo

di Marco Dotti

«L'Unione Europea assomiglia a un giocatore d'azzardo patologico» e, come un giocatore d'azzardo patologico, getta denaro su denaro. Spreca denaro "buono", dopo aver perso quello "cattivo". Per rimediare alle fiches perse, mette a repentaglio il patrimonio suo e di altri. 

Ma che cosa possiamo dire a un giocatore patologico? «Non siamo in grado di fermarlo, non siamo in grado di fargli capire che cosa sta perdendo e dove abbia sbagliato».

Le parole di Yanis Varoufakis, ministro delle finanze nel governo greco di Alexis Tsipras intervistato nel febbraio scorso dal quotidiano tedesco Die Zeit, hanno il loro peso. Ma ciò che non tutti sanno è che queste parole quel peso lo derivano non perché a pronunciarle è stato un ministro, uscito con un sostanziale stallo/pareggio dalla riunione con i 19 ministri delle finanze dell'Unione Europea, ma dal fatto che Varoufakis, nella sua vita professionale e accademica, è un riconosciuto esperto di teoria dei giochi e videogame.

Poco importa, in questa chiave, che lo stesso Varoufakis abbia poi ammesso che, per giugno, la Grecia non avrà i 6,7 miliardi di euro da versare alla BCE per onorare la scadenza della prima rata del debito.

Teoria dei giochi

Nella teoria dei giochi si chiamano "a somma zero" quei giochi al termine dei quali il totale della somma vinta da alcuni giocatori equivale al totale della somma persa da altri giocatori. Non sono mai a somma zero i giochi che prevedono la presenza di un banco. E, qui, il banco-europeo non esiste. Al posto del tanto invocato "regolatore", esiste un gioco al massacro di alcuni contro altri, pronto a diventare il gioco di tutti contro tutti. 

Si chiamano giochi a somma negativa tutte quelle situazioni conflittuali in cui la contrapposizione dei due giocatori è totale: la vincita di un giocatore è inferiore alla perdita dell’altro. Che sia questo il gioco della Troika?

Si chiamano invece giochi a somma positiva quelli in cui la somma di tutto ciò che è guadagnato dall'insieme dei giocatori supera la somma di tutto ciò che è perso da tutti i giocatori, Il gioco crea, in questo caso, ricchezza e rimanda all'idea di cooperazione. 

Sono solo due modelli, questi, di quella teoria dei giochi in eco la cui nascita viene fatta coincidere con la pubblicazione di un volume, Theory of Games and Economic Behaviour,  apparso nel 1944 a firma di John von Neumann e Oskar Morgenstern. A questa teoria, Varoufakis ha dedicato uno dei suoi lavori più conosciuti: Game Theory. A Critical Introduction, cofirmato con Shaun Hargreaves-Heap, dell'Università dell'East Anglia, e apparso in prima edizione nel 1995.

Proprio osservando le mosse del Varoufakis ministro c'è chi ha tentato una lettura del suo operato partendo dai modelli della teoria dei giochiMa come ha agito Varoufakis? Ha "semplicemente" giocato o con più consapevolezza di tutti ha iniziato impercettibilmente a cambiare le regole del gioco o, magari, il gioco stesso?

Quello che stiamo leggendo come uno stallo nella trattativa e, a detta di molti, si configurerebbe come un fallimento implicito delle richieste greche è proprio tale? Conosciamo – per dirla col linguaggio di Morgenstern e von Neumann – il play, ossia le azioni di gioco di Varoufakis, ma ne conosciamo il game, ossia la cornice entro la quale le sue azioni di iscrivono?

Microtransazioni finanziarie tra mondo reale e gioco virtuale

Yannis Varoufakis, classe 1961, non è un economista "puro", ma un matematico. Ha studiato e lavorato in Inghilterra (Essex, Cambdridge), negli Stati Uniti (Austin, Texas) e in Australia (Sidney), paese di cui possiede anche la cittadinanza.

Dopo essere stato – dal 2000 al 2006 – consulente economico del governo Papandreou, nel 2012 Varoufakis lo è diventato della Valve Corporation, chiamato direttamente da uno dei fondatori, Gabe Newell, già a capo della progettazione delle prime tre versioni di Microsoft.

Per la software house con sede a Bellevue, Varoufakis ha studiato il tema dell'equilibrio (e qui siamo ancora nel campo della teoria dei giochi) in un videogame di successo globale come Team Fortress, ma si è anche occupato di microtransazioni e di interazione per la piattaforma Steam.

Steam è la piattaforma sviluppata da Valve per la distribuzione digitale, la gestione dei diritti digitali, di giochi e del loro supporto. Una piattaforma creata nel 2004 e integralmente operante via web alla quale Varoufakis ha portato il proprio contributo, lavorando anche sull'equilibro degli scambi commerciali tra giocatori. I giocatori, infatti, all'interno di un gioco, possono comprare e scambiarsi oggetti con denaro vero.

Varoufakis, che si definisce "marxista liberale", si è occupato, in particolare, di queste microtransazioni. Micro perché, singolarmente prese, muovono piccole cifre di denaro, ma riguardano – notizia di queste ore – circa 125 milioni di utenti attivi su Valve. Di 9 milioni, invece, è la media degli utenti contemporaneamente attivi su Steam. A conti fatti, stiamo parlando di cifre non di troppo inferiori a quelle dell rata da rimborsare alla BCE…

Proprio le interconnessioni tra utenti, le cosiddette communities, è oggi uno dei temi più interessanti, anche per l'interazione (economia) reale-(gioco)virtuale che sembra, però, rovesciata rispetto alla vita off-line, dove ad essere "virtuale" è sempre più la finanza, ossia il denaro che si mette a caccia di altro denaro.

Potremmo quindi dire che la finanza attiene sempre più un mondo a misura di azzardo totale… E che cos'è un azzardo totale se non l'incontrollata, irrefrenabile addiction che spinge un sistema a cercare sempre e comunque liquidità?  Di "morbid desire for liquidity", malato bisogno di liquidità, parlava d'altronde, già nel 1929,Keynes.

Quale azzardo?

«L'Unione Europea assomiglia a un giocatore d'azzardo patologico», ha dichiarato circa un mese fa Varoufakis. Date le nostre premesse, possiamo adesso capire che, quando parla di gioco o di azzardo, di finanza e economia reale, piaccia o non piaccia, Varoufakis lo fa a ragion veduta. Che cos'è un giocatore d'azzardo se non qualcuno che avanza una continua richiesta di denaro?

Questa richiesta di denaro a mezzo denaro, questa costante invocazione di liquidità – da parte di banche e “mercati”, oggi bizzarramente declinati all’impersonale plurale – è forse il cuore nero della crisi e di quel casinò-capitalismo che nelle prima pagine della sua Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta proprio John Maynard Keynes così descriverà: “Quando l’accumulazione di capitale di un Paese diventa il sottoprodotto delle attività di un Casinò, è probabile che le cose vadano male”.

Vafoufakis questolo ha capito. Forse è ora che comincino a capirlo anche gli altri. Anche se "capire" non è certo virtù da addicted.

 

@oilforbook


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA