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Sanità & Ricerca

Al San Raffaele c’è “Salute allo Specchio”

Nato in sordina, oltre un anno fa, oggi conta quasi un centinaio di beneficiarie. Il progetto supporta e tutela la salute psicofisica delle pazienti oncologiche aiutandole a ritrovare il desiderio di prendersi cura del proprio aspetto

di Redazione

«Durante gli incontri di Salute allo Specchio insegniamo alle pazienti come curare la propria pelle, quali trattamenti estetici possono fare, come truccarsi. Non è solo un modo per regalare loro un momento di leggerezza, una parentesi durante la quale non pensano alla malattia e non si sentono “malate”», afferma Angela Noviello, che segue l'area dell’estetica oncologica di Salute allo Specchio ed è il direttore di Oncology Esthetics Italia, metodo sicuro per il trattamento estetico del paziente oncologico ideato da Morag Currin e importato per la prima volta dagli Usa in Europa, e promotrice dei corsi per la certificazione internazionale Oncology Esthetics.

“Salute allo Specchio” è un servizio unico in Italia perchè prevede diversi momenti: due incontri con professionisti provenienti dal mondo dell’estetica e della moda e un incontro di gruppo finale. Ogni appuntamento prevede inoltre la presenza di uno psicologo e dei volontari ospedalieri della sezione AVO di Segrate. Visti i buoni risultati, l’obiettivo è quello di farlo diventare parte integrante del percorso di cura delle pazienti dei reparti di ginecologia e oncologia medica. Salute allo Specchio è uno spazio dove le pazienti, in giorni prefissati, possono usufruire di trattamenti estetici gratuiti.

Salute allo Specchio è un progetto nato dalla collaborazione fra IRCCS Ospedale san Raffaele e Università Vita-Salute San Raffaele, da un’idea di Valentina Di Mattei e Giorgia Mangili.

«I risultati che abbiamo ottenuto sono riscontrabili su due piani: clinico e di ricerca. Le nostre pazienti entrano al primo giorno del progetto con sguardi cupi e impauriti. Già dalla fine della prima giornata escono con una luce diversa negli occhi. Anche la postura appare rinvigorita da un ritrovato senso di autostima e del sostegno ricevuto da noi curanti, da professionisti e dalle altre pazienti. È questo un importante effetto collaterale: nascono amicizie importanti, riuscendo a uscire dall’isolamento che è uno dei peggiori conseguenze a cui spinge questa malattia. Alcune pazienti ci chiedono poi di organizzare le chemioterapie nelle stesse giornate in modo da farle insieme, vicine di letto. Anche la ricerca che stiamo facendo sostiene ciò che osserviamo clinicamente: un miglioramento significativo dal punto di vista statistico in tutte le dimensioni valutate (sintomatologia ansiosa, depressiva, percezione della propria immagine corporea, autostima)», afferma Valentina Di Mattei, psicologa e ricercatore universitario, Università Vita-Salute San Raffaele.

«La soddisfazione più grande per noi specialisti è vedere il cambiamento nelle pazienti che all’inizio affrontano il percorso, tra molti dubbi, poco convinte, quasi per farci un piacere, mentre alla fine tornano col sorriso e il piacere di sentirsi nuovamente se stesse», afferma Giorgia Mangili, ginecologa e oncologa.

Il progetto si avvale del supporto di AVO – associazione volontari ospedalieri di Segrate e di numerosi professionisti.


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