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Fra quantitative easing e Grecia, Draghi si è scordato la solidarietà

Azzerato il programma promosso nel 2010 da Trichet grazie al quale, in caso di guadagno esterno, i consiglieri del comitato della Bce erano obbligati a stornare la cifra nel fondo di beneficenza oggi ridotto a poche migliaia di euro

di Christian Benna

A forza di caricare il “bazooka” per il massiccio acquisto di titoli di Stato, Mario Draghi si è scordato del vecchio piano di solidarietà della Bce. Gli ultimi anni di Jean- Claude Trichet, il predecessore di Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea, sono stati segnati da un impeto solidale che ha provato a rinverdire le sale del board più austero del continente. L’ex regolatore dei flussi della moneta unica aveva lanciato, nel 2010, la Ecb Charity Initiative, un piano di beneficenza che si traduceva in una donazione agli enti non profit dell’area euro. L’idea era di dare un tocco di umanità ai corridoi grigi dell’istituzione di Francoforte, ancor oggi privi di una strategia di responsabilità sociale, e prevedeva di utilizzare fondi guadagnati dalle attività esterne (convegni, consulenze, pubblicazioni etc) dell’executive board e del suo staff. I sette membri del comitato esecutivo percepiscono ogni anno stipendi per 1,7 milioni di euro; la busta paga del presidente Mario Draghi è la più alta e vale 379mila euro.

La spesa complessiva per il personale della Bce, 1.600 dipendenti, comprensiva di indennità e costi assicurativi, ammonta a 244,9 milioni di euro (187,3 milioni nel 2013). Lo statuto etico della Banca centrale vieta che i suoi membri possano ottenere emolumenti in cambio di attività esterne connesse al proprio ruolo all’interno della banca. In sostanza, un consigliere del comitato della Bce può partecipare, per esempio, come speaker a un convegno, ma non è autorizzato a ricevere pagamenti in nome della Bce. E in caso di guadagno, la cifra dovrebbe esser stornata nel fondo di beneficenza. Ecco, questa era la linea Trichet.

A vedere l’ammontare dell’assegno donato del 2010, pari a 105mila euro, si potrebbe pensare che le “uscite” dei membri del board siano state piuttosto magre o perlomeno non adeguatamente ricompensate. Insomma niente a che vedere con i conferenzieri super titolati alla Tony Blair, l’ex premier britannico che arriva a guadagnare fino a 400mila euro a comparsa. E l’anno successivo, la cifra della donazione targata Bce ha superato di poco quella soglia, solamente per 10mila euro. Tant’è, che i banchieri centrali non hanno fatto una piega, ma hanno custodito il “tesoretto” degli extra, preso la calcolatrice e suddiviso il denaro in singole donazioni per una associazione in rappresentanza di ogni stato dell’area euro. Il tema scelto: la tutela dell’infanzia. Le “premiate” sono state selezionate su suggerimento delle Banche Centrali.

Tra queste, nella Penisola, c’è MUS-E Italia Onlus, specializzata in percorsi d’arte nelle scuole per l’infanzia, la quale, contattata da Vita Magazine, afferma che nel 2011, ha ricevuto una somma pari a 6mila euro. L’anno precedente i fondi sono andati a Nuova Armonia onlus– Associazione per i bambini trapiantati e le emergenze pediatriche.
E poi? Più niente…

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