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Movimento per l’Economia Positiva, obbiettivo raggiunto in un anno

A San Patrignano una due giorni per fare il punto sulle azioni realizzate in questo anno in linea con i 10 punti programmatici stilati al termine dei lavori della passata edizione del Positive Economy Forum. Ad illustrarli oggi in comunità Letizia Moratti e Jaques Attalì

di Redazione

Diverse le azioni realizzate in questo anno in linea con i 10 punti programmatici stilati al termine dei lavori della passata edizione del Positive Economy Forum San Patrignano. Ad illustrarli oggi in comunità Letizia Moratti e Jaques Attalì

Lo sviluppo di un modello economico responsabile, sostenibile e inclusivo è l’obiettivo del movimento per l’economia positiva lanciato in Italia lo scorso anno a San Patrignano.
Un obiettivo che, a distanza di un anno, è stato almeno in parte centrato, secondo quanto emerso in avvio dei lavori della seconda edizione del Positive Economy Forum, in programma oggi e domani nella più grande Comunità di recupero d’Europa.

A Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano, e a Jacques Attali, presidente di Planet Finance Group e del Positive Economy Forum, è spettato il compito di illustrare i passi avanti realizzati nel corso del 2014 e nei primi mesi di quest’anno, realizzati in base all’agenda dell’economia positiva presentata proprio l’anno scorso a San Patrignano, che toccava diverse aree di interventi, dalla persona alla finanza, dalla pubblica amministrazione all’impresa e all’ambiente.

La novità più importante riguarda la Pubblica Amministrazione e l’innovazione legislativa che interessa l’impresa sociale, con il testo di Riforma del terzo settore recentemente approvato dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e in discussione in Aula. Secondo Moratti ed Attali: «Particolarmente positiva la previsione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali delle linee guida in materia di bilancio sociale e di sistemi di valutazione dell’impatto sociale, riguardo al registro unico degli enti del terzo settore, al sistema di vigilanza, monitoraggio e controllo sugli enti del Terzo Settore e alla previsione di “forme di remunerazione del capitale sociale e di ripartizione degli utili” che assicurino in ogni caso la prevalente destinazione degli utili al conseguimento degli obiettivi sociali».
Sempre nel campo della Pubblica amministrazione, un’importante innovazione arriva da Napoli, con il coinvolgimento del Terzo Settore e del volontariato nello sforzo di ridurre la spesa pubblica.

«Si passa dalla generica creazione di valore sociale a un obiettivo diverso e più concreto: ottenere una riduzione misurabile della spesa pubblica attraverso la creazione di posti di lavoro nelle imprese sociali che svolgeranno le varie fasi del ciclo di valorizzazione dei rifiuti». Il nome del progetto non è infatti casuale: “Scampia: dai rifiuti una rigenerazione della società”. Il progetto ha visto l’impegno concreto di Banca Prossima. Per finanziare l’impianto di Scampia sarà adottato per la prima volta un TRIS – Titolo di Riduzione di Spesa Pubblica, attraverso finanziamenti privati tramite Social impact bond che garantiscono un notevole risparmio nella spesa pubblica. Sempre in questo ambito e grazie al coinvolgimento del terzo settore, un piccolo Comune in provincia di Lecce (Massarosa) ha ridotto le tasse per i cittadini che si impegnano nel volontariato, prevedendo un taglio del 50% della tassa dei rifiuti per chi si occuperà volontariamente di pulizia strade, manutenzione scuole/impianti sportivi, accompagnamento bambini negli scuolabus.

Per il capitolo impresa, le novità riguardano invece l’ambito delle attività di cooperazione internazionale: la legge italiana riconosce per la prima volta in modo esplicito all’impresa privata la potenzialità di generare crescita inclusiva e sostenibile. Inoltre, l’attuale governo ha convertito in legge la possibilità del voto plurimo per le società per azioni. «Si tratta – spiegano Moratti e Attali –  di una misura specifica e molto concreta che risponde al principio fondamentale dell’introduzione del criterio del lungo periodo, cuore dell’Economia Positiva, in favore di un “capitale paziente”, capace di investire sapendo che spesso le imprese hanno bisogno di tempo per maturare».

Fra le innovazioni, nell’ambito relativo alla persona e alla diffusione dei valori di un nuovo modello economico, si segnalano i recenti corsi universitari dell’Università Bocconi di Milano, della Luiss di Roma,  e dell’Università di Trento (con il master in gestione dell’impresa sociale). Ciascuno, per la sua specifica disciplina, ha introdotto programmi innovativi proprio con riferimento a temi comuni al Movimento per l’Economia Positiva.

Infine riguardo alla riduzione della spesa pubblica con il supporto di soggetti del terzo settore è in fase di emanazione un nuovo disegno di legge da parte del ministero dell’Agricoltura che ha come oggetto – tra gli altri – le social farm. Nella normativa sono previste priorità per l’inserimento di prodotti agroalimentari provenienti da operatori di agricoltura sociale nelle gare per forniture ad asili nido, mense scolastiche e ospedali, valorizzazione dei prodotti da parte dei Comuni e criteri di priorità nell’ambito di alienazione di terreni di beni agricoli sequestrati alla criminalità.

 

Il decalogo dell’economia positiva

Persona    

  1.  – Diffondere i valori dell’Economia Positiva attraverso:

            – Politiche della famiglia e demografiche
            – Programmi scolastici e universitari
            – Sviluppo delle competenze professionali a supporto

Finanza

  1. – Sostenere lo sviluppo di strumenti di finanza sociale (fondi etici, social bond, social impact bond, microcredito e altri…)

Contributo all’Economia    

       3. – Misurare il contributo del Terzo settore e del Volontariato al PIL e inserire il valore aggiunto del volontariato nel calcolo del PIL

       4. – Implementare l’indice di positività dell’economia come strumento di pianificazione e di valutazione delle politiche economiche di Governo

Impresa
       5. – Sviluppare un sistema di social credits, simile ai green credits, attributi alle imprese per incentivare il comportamento positivo nell’economia; prevedere modelli di valutazione e di misurazione dei comportamenti dell’impresa e sistemi di reward per investimenti e politiche aziendali di lungo termine
       6. – Inserire nel diritto d’impresa la missione positiva delle aziende
       7. – Favorire una proprietà di lunga durata delle imprese, anche attraverso il voto plurimo dei soci di lungo termine

Pubblica Amministrazione    
       8. – Integrare criteri di economia positiva nelle valutazioni per le assegnazioni degli appalti pubblici (es: occupabilità, energie rinnovabili, solidarietà positiva, qualità sociale della governance, etc.)
       9. – Favorire la riduzione della spesa pubblica nel settore del Welfare utilizzando strutture sociale del Terzo Settore, valutando e monitorandone i risultati

Ambiente    
      10. – Favorire l’introduzione di classificazioni dell’impatto sociale e ambientale dei prodotti e dei servizi per orientare le scelte di acquisto (Bollino dell’impatto sociale e ambientale)


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