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Social Press Point: la scommessa vincente dell’edicola no slot

Gestita da Comunità Nuova Cooperativa sociale onlus quello di piazza Cordusio è un chiosco per giornali molto speciale è la prima edicola sociale e solidale: non vende gratta&vinci ma in compenso crea lavoro e realizza piccoli sogni

di Antonietta Nembri

Al Social Press Point – Edicola dei sogni l’unica scommessa ammessa è quella con se stessi. Aperto da poco più di un mese e mezzo nella centralissima piazza Cordusio di Milano il chiosco dei giornali è un progetto di Comunità Nuova cooperativa sociale onlus, nata da Comunità Nuova di don Gino Rigoldi. «L’obiettivo del progetto è creare delle postazioni lavorative» spiega Beppe Peloia, responsabile del Social Press Point, la prima edicola sociale d’Italia, startup unica nel suo genere.

Due persone, infatti, grazie all’edicola, sono rientrate nel circuito lavorativo: Giulio e Carlo due uomini non più giovani, uno over 40 e l’altro con più di cinquant’anni che avrebbero avuto notevoli difficoltà in questo periodo di crisi a trovare un’occupazione «a breve inserimento una terza persona. Stiamo chiudendo degli accordi per la consegna dei quotidiani negli uffici della zona», annuncia Beppe Peloia. «È una bella avventura, una scommessa l’aver preso in gestione questa edicola che era chiusa».

L’altra scommessa è quella di voler essere un’edicola sociale che fa una scelta etica: non ci sono gratta e vinci e lotterie nella rivendita di Giulio e Carlo. «A quanto sappiamo oggi molte edicole a Milano stanno chiudendo, mentre molte stanno in piedi con la gadgettistica e i gratta&vinci, ma noi abbiamo scelto da subito di non inserire questo genere di materiale» dice Beppe Peloia che spiega: «Come Comunità Nuova ci occupiamo anche di molti gambler, sarebbe stato un corto circuito. Ma non ci fermiamo qui: nella nostra edicola non si trovano riviste sul lotto, come non abbiamo stampa bellica, militare o sulle armi. Ovviamente non abbiamo riviste pornografiche. E questa cosa stupisce i distributori che faticano a capire la nostra scelta».

Ma nella scommessa di riuscire a rendere economicamente sostenibile un’edicola, per giunta che fa scelte di tipo etico ce n’è anche una solidale: il nome edicola dei sogni non è stato scelto a caso. «Il primo sogno è quello ovviamente di creare lavoro con questa rivendita di giornali, ma c’è anche un sogno nel sogno che è quello di realizzare piccoli desideri. Nel video (in apertura – ndr.) c’è l’esempio della chitarra, da poco ne abbiamo realizzato un altro: un corso di nuoto per un bimbo algerino di sette anni», dice sorridendo Peloia, ricordando che i ragazzi e i bambini seguiti dalla Comunità hanno una vera e propria lista «come quella per Babbo Natale». Per realizzare o piccoli sogni si punta al libero contributo di chi acquista il giornale e su piccoli margini.

A un mese e mezzo dall’apertura l’edicola di piazza Cordusio sta andando bene, si sta caratterizzando sulla stampa estera (Expo è alle porte) e in questo periodo «stiamo attenti a quanto succede a Milano» sulle rivisto di arredo. «La nostra speranza è grande, la location è buona e la cosa più bella è che i nostri due edicolanti stanno sviluppando una professionalità che potranno giocarsi anche in futuro», conclude Bepep Peloia.


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