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Msf si imbarca: da maggio ricerca e soccorso nel Mediterraneo

Secondo il presidente di Medici senza Frontiere, Loris De Filippi, «stiamo scavando una fossa comune nel Mediterraneo. E la responsabilità è delle politiche europee». Per l'organizzazione medico umanitaria non si può più aspettare

di Redazione

Di fronte all’ultima tragedia in mare, da Medici senza Frontiere arriva una risposta concreta: da maggio i medici di Msf saranno in  prima linea nell’attività di ricerca e soccorso in mare, per evita altre morti nel Mediterraneo.

«Stiamo scavando una fossa comune nel Mediterraneo. E la responsabilità è delle politiche europee, che di fronte a migliaia di disperati che cercano protezione sul continente chiudono le frontiere costringendoli a rischiare la vita in mare. Non c’è più tempo per pensare, dobbiamo salvare queste vite», questo il primo commento di Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere (Msf), dopo la tragedia di sabato notte al largo della Libia. «Chiudere Mare Nostrum è stato un errore. Gli stati membri devono ripristinare subito operazioni di ricerca e soccorso, che includano azioni proattive di ricerca il più vicino possibile alle coste libiche. Gli sforzi attuali evidentemente non bastano. Purtroppo questa tragedia è solo all’inizio ma può e deve essere fermata».
Solo nell’ultima settimana oltre 11mila persone hanno rischiato la vita per attraversare il Mediterraneo, con oltre mille morti stimati. Non importa quanto alte saranno le barriere innalzate dall’Europa per fermarle, altre migliaia di persone continueranno ad arrivare per sfuggire ai conflitti devastanti che minacciano le loro vite nei loro paesi.

Gli oltre settecento morti in un giorno solo sono per De Filippi «i numeri di una guerra, una catastrofe umanitaria che è ormai sotto gli occhi di tutti. Ma l’Europa non fa nulla per fermarla. Per questo scenderemo in mare in prima persona per salvare quante più vite possibile», continua Loris De Filippi, che nelle prossime settimane sarà imbarcato sulla nave di Msf nel Mediterraneo. «Solo aprendo canali legali e sicuri per raggiungere protezione in Europa potremo evitare altre migliaia di morti in mare. Ma come organizzazione medico-umanitaria non possiamo più aspettare».

L’operazione decisa da Msf che partirà a maggio, anche in collaborazione con il Moas, vuol far fronte al drammatico aumento di persone recuperate – e decedute – quest’anno nel Mediterraneo. Per Msf la situazione attuale è una crisi umanitaria creata dalle politiche europee.

L’organizzazione medico umanitaria chiede all’Europa e al governo italiano vie legali e sicure perché le persone in cerca di protezione possano raggiungere il continente, il ripristino di attività di ricerca e soccorso in mare e piani di emergenza per garantire sempre adeguate condizioni di accoglienza. E sono queste le richieste della campagna in corso #Milionidipassi che Msf dedica alle persone in fuga, con un appello all’opinione pubblica e ai governi perché venga garantito il diritto di tutti ad avere salva la vita.


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