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Amnesty International: “L’Europa affonda nella vergogna”

L’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani punta il dito contro l’UE e le sue politiche migratorie chiedendo il lancio di una grande operazione umanitaria per salvare la vita dei migranti.

di Eva Donelli

Nel corso del 2014, quando Mare Nostrum era operativa, un migrante su 50 ha perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Nei primi tre mesi del 2015, il rapporto è passato a uno su 23. Non solo la fine dell’operazione Mare Nostrum, sostituita da Triton, non ha consentito di far calare gli sbarchi in Europa, ma addirittura il numero dei morti in mare é cresciuto a dismisura. E’ quanto sostiene Amnesty International in un rapporto pubblicato oggi, il cui titolo rispecchia bene la percezione della società civile europea nei confronti dell’UE: “Europe’s sinking shame”, “L’Europa affonda nella vergogna”.

Un’accusa che l’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani illustra attraverso i tre più gravi incidenti avvenuti nel Mediterraneo nei primi tre mesi del 2015 e che dimostra come Il percorso dalla riva Sud del Mediterraneo verso l'Europa rimanga il più pericoloso e letale del mondo. Eppure i profughi continueranno a prenderlo.

“Nei primi due incidenti avvenuti il 22 gennaio e tra l’8 e il 9 febbraio 2015”, spiega Amnesty, “i rifugiati e le barche dei migranti avrebbero potuto essere avvistati e assistiti molto prima, se fossero stati impiegati più mezzi e più a sud, verso la Libia. Nel terzo incidente, il 4 marzo 2015, l'impiego di soccorritori professionisti, piuttosto che l'assistenza di una nave mercantile, avrebbe potuto evitare il capovolgimento di una barca” con migranti a bordo.

L’analisi, spiega Amnesty, dimostra come il divario tra Mare Nostrum e Triton, in termini di mezzi, competenze e mandato, abbia avuto un grave impatto sulle perdita umane, che secondo Amnesty, si sarebbero potute evitare.  

Sono migliaia le persone in fuga dai conflitti e dalla povertà, dalle persecuzioni e dalle violenze che cercano di raggiungere la sicurezza e una vita migliore in Europa.

Nel 2014, l’agenzia Frontex ha registrato 278 mila attraversamenti irregolari delle frontiere dell'UE, circa due volte e mezzo in più rispetto al 2013 (107mila) e il doppio del 2011 (141mila) durante la primavera araba. La maggior parte dei passaggi nel 2014 sono avvenuti attraverso il Mediterraneo, 218 mila secondo l'UNHCR, di cui circa 170mila sbarchi in Italia.

Le organizzazioni internazionali, assieme ad agenzie come Frontex ed allo stesso governo italiano sono tutti d'accordo nel preannunciare che il numero di rifugiati e migranti in partenza dalle coste del Nord Africa verso l'Europa nel 2015 supererà il record raggiunto nel 2014. Nei primi tre mesi e mezzo del 2015, l’Italia ha già registrato 21mila arrivi sulle sue coste.

“L'ampiezza e l'urgenza della crisi umanitaria in corso nel Mediterraneo non può essere messa in discussione”, sostiene Amnesty, "ma sino ad ora i governi europei non sono stati in grado di offrire misure e strategie politiche in grado di fermare le tragedie, che continuano a moltiplicarsi nel Mediterraneo.

Riguardo allo status di rifugiato, “sono inoltre troppo pochi gli immigrati che hanno ottenuto il reinsediamento o l’asilo nell’UE. Dal 2013, i paesi dell'UE hanno ammesso 40.137 persone, 30.000 delle quali sono state accolte dalla Germania.Tra il 2012 e il 2014, i 28 paesi dell'UE hanno ricevuto 186.305 nuove domande di asilo, da parte di cittadini siriani.

Inoltre i governi europei hanno chiuso le rotte terrestri, limitando le opzioni per entrare in territorio europeo via terra, lasciando a migranti come quelli provenienti dalla Siria, come unico accesso il Mediterraneo.

Nel suo rapporto Amnesty sollecita i governi europei ad avviare urgentemente un’operazione europea che possa salvare vite umane nel Mediterraneo, che abbia risorse navali e aeree proporzionate all’entità dell’emergenza, tenga conto del numero di partenze previste, e che pattugli anche in alto mare lungo le principali rotte migratorie.

“L’Agenda europea sulle migrazioni, attesa per maggio 2015, che si propone di adottare un “approccio olistico” sulle politiche migratorie”, spiega Amnesty, “deve includere una tale operazione e garantire percorsi sicuri e regolari verso l’Europa per i migranti. Per ridurre il numero di coloro che intraprendono la traversata del Mediterraneo, i governi europei devono aumentare il numero di posti di reinsediamento, le ammissioni sul territorio UE e la concessione di visti alle persone che necessitano di una protezione internazionale, garantendo agli immigrati, un effettivo accesso alle frontiere terrestri”.

“Fino a quando questa operazione umanitaria non sarà in piedi”, conclude Amnesty,” i governi europei devono fornire all’Italia e a Malta il sostegno finanziario e logistico necessario, che consenta loro di intensificare le operazioni di soccorso”.


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