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Lavoro e giovani ad Expo, Manpower fa marcia indietro

Dopo che per 24 ore, dopo il lancio del Corriere, i giovani italiani sono stati dileggiati su social e stampa l'agenzia interinale svela che i dati non sono quelli raccontati dal quotidiano di Milano. Insomma i bamboccioni non ci sono e lo scoop era una bufala

di Lorenzo Maria Alvaro

Dopo l'uscita del Corriere che raccontava sul proprio sito come l'80% dei giovani italiani che avevano affrontato le selezioni per lavorare ad Expo si era poi rifutato di firmare il contratto non volendo lavorare in estate e nei week end la notizia era diventata virale rimbalzando su quasi tutti i media.

Su Vita.it per primi avevamo provato a chiarire, con la voce di uno dei ragazzi che ha rifutato il contratto, che forse i motivi dei numerosi rifiuti erano altri.

Col passare delle ore si è scoperta che quella del Corriere era una vera e propria bufala. Con buona pace dello sgomento del commissario Expo, Giuseppe Sala e delle prediche di Aldo Grasso.

A chiarire la situazione è stata la stessa Manpower, fonte dei dati, che dopo aver cavalcato, per ovvie ragioni pubblicitarie, il boom della notizia, ha dovuto correggere il tiro per provare in qualche modo a parare gli strali dei tanti giovani inviperiti che hanno cominciato a raccontare le proprie esperienzer in rete.

Spiegano da Manpower (intervistati dall'Huffington Post:«Abbiamo coperto circa mille posizioni. Tra queste, per le figure di Operatori Grandi Eventi e Area Team Leader, le uniche per le quali è previsto uno stipendio da 1300 euro in su, abbiamo registrato non l'80%, bensì il 46% di rinunce, molte delle quali ci sono pervenute all'ultimo istante. L'80 per cento delle persone che avrebbero rifiutato, non ha in effetti rifiutato ma si tratta di persone che o non hanno superato i test o che a un certo punto non sono state in grado di andare avanti nelle selezioni. Quindi riassumendo, questo 46% non riguarda tutti i ragazzi under 29 anni che si sono candidati, ma solo due specifiche figure richieste».

I bamboccioni, choosy e scansafatiche ringraziano per le 24 ore di lezioncine e improperi gratuiti.

Se l'onore dei giovani italiani è salvo rimane un grande dubbio: ma come può un giornale importante come il Corriere della Sera compiere un errore così macroscopico (nell'articolo i giornalisti non si sono mai neanche posti il porblema di capire, non tanto il perché i giovani avrebbero rifiutato, ma se effettivamente quei giovani avevano rifiutato il lavoro). 

La risposta viene da quei 55 milioni di euro che Expo ha destinato a case editrici e stampa. Insomma Expo è un cliente del quotidiano di via Solferino. Il Corriere, e più o meno tutti i grandi organi di stampa, non da oggi, sull'esposizione universale non fanno informazione ma ufficio stampa. E si sa, gli uffici stampa non verificano le notizie, fanno comunicazione.


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