Cooperazione & Relazioni internazionali

Migrazioni: il silenzio assordante dei leader africani

Mentre i leader europei si riuniscono oggi a Bruxelles per un Vertice straordinario sulle migrazioni, i loro omologhi africani continuano ad ignorare le tragedie del Mediterraneo. A rompere questo silenzio il presidente del Niger, Mahamadou Issoufou e la Presidente della Commissione dell’Unione Africana

di Joshua Massarenti

Da Bruxelles – Oggi 28 capi di Stati e di governo dell’UE si riuniscono a Bruxelles per affrontare l’emergenza dei migranti nel Mediterraneo e dare risposte concrete per fermare le stragi che si stanno accumulando in quello che il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha definito “un mare di miseria”.

Dalla società civile alle organizzazioni internazionali, passando per i media, tutti o quasi hanno denunciato il fallimento delle politiche migratorie dell’UE e la sua incapacità a contrastare un fenomeno che dal 1 gennaio 2015 ha registrato oltre 1.700, per superare quota 22mila dal 2000 ad oggi.

Le accuse contro l’Europa possono essere sintetizzate attraverso le durissime posizioni prese da Amnesty International che, in un rapporto dal titolo inequivocabile (“L’Europa affonda nella vergogna”) punta il dito contro le inadempienze dell’UE, e dall’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu, Zeid Ra’ad Al Hussein, il quale ha accusato l’Europa di “aver girato le spalle ad alcuni dei migranti piu’ vulnerabili del mondo con il rischio di trasformare il Mediterraneo in un vasto cimitero”.

Un silenzio colpevole

Sin qui tutto giusto. Ma come ricorda il sito d'informazione sudafricano, The Daily Maverick, “la crisi dei migranti non riguarda solo l'Europa, ma anche l'Africa". A morire nel Mediterraneo sono infatti cittadini africani in fuga dalla guerra, dalle persecuzioni o dalla povertà. E’ quindi lecito chiedersi in che misura i leader africani si sentano chiamati in causa dalle tragedie del Mediterraneo. E la risposta ce la fornisce il sito d’informazione sudafricano The Daily Maverick, che denuncia “il silenzio dell’Unione Africana” subito dopo le ultime tragedie, “che deve fare i conti con la riluttanza dei suoi Stati Membri ad implicarsi su questa questione”. Insomma come l’UE…

L’impotenza dell’Unione Africana si è verificata ieri a Bruxelles attraverso le dichiarazioni rilasciate dalla Presidente della Commissione dell’UA, Nkosazana Dlamini-Zuma, durante la sua conferenza stampa congiunta con il suo omologo dell’UE, Jean-Claude Juncker, al termine della riunione dei colleggi della Commissione europea e della Commissione dell'UA. “Non penso che l’Africa o l’Unione Europea possa risolvere questo problema. E non penso che possa farlo dall’oggi all’indomani. Tuttavia, è necessario agire, lavorando con i paesi di origine dei migranti e dissuadendo” i candidati alle partenze “di affidare la loro sorte nelle mani dei trafficanti”, ha dichiarato Dlamini-Zuma.

L'appello del Presidente del Niger

A rompere ci ha pensato il Presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, tra i pochissimi leader africani ad essersi espresso con chiarezza sulla vicenda. In un comunicato stampa che l’ufficio della presidenza nigerina ha fatto pervenire alla redazione di Vita.it (vedi allegato in fondo all'articolo), il presidente Issoufou sostiene che “è giunta l’ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità” e che la “Comunità internazionale passi ai fatti per fermare questa macabre spirale” delle tragedie umane nel Mediterraneo. Il Presidente del Niger saluta la decisione del Consiglio europeo di “convocare un Summit straordinario per riflettere ad un Piano d’Azione”, sottolineando tuttavia che “le misure di repressione e di restrizione non produrranno gli effetti sperati se non saranno accompagnate da iniziative efficaci a favore di uno sviluppo economico e sociale sostenibile nei paesi di origine” dei migranti africani, “della libera circolazione dei beni e delle persone, nonché dell’apertura del mercato del lavoro”. Infine, Mahamadou Issoufou promette di impegnarsi “a lottare efficacemente contro questa catastrofe umanitaria, in concerto con gli altri dirigenti della sotto-regione (Africa dell’Ovest, ndr) e del continente”.

Issoufou potrà contare sull’appoggio del Presidente del Congo-Brazzaville, Denis Sassou Nguesso, il quale ha chiesto la convocazione di “una riunione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana per affrontare la questione dei flussi migratori dall’Africa verso l’Europa”, una vicenda che “riguarda gli africani e su cui si devono pronunciare”. Ed è un paradosso che a invocare una tale riunione sia un capo di Stato africano che dirige da oltre 30 anni un paese il cui sottosuolo trabocca di petrolio (il Congo Brazzaville è tra i primi produttori del continente africano), ma senza essere riuscito ad allievare le sofferenze di una popolazione tra le più povere al mondo.

Credito foto: African Union


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