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Telefono Azzurro: Periscope, non lasciamo bambini e adolescenti in balia della rete

L’Associazione interroga le istituzioni competenti sui rischi che la nuova App di Twitter comporta per i più piccoli.

di Redazione

Le istituzioni e le autorità competenti, a livello nazionale ed europeo, devono opportunamente regolamentare l’utilizzo di Periscope, la nuova App gratuita di Twitter che consente il live streaming attraverso smartphone. A lanciare l'appello è Telefono Azzurro.
Periscope, se usato correttamente, è uno strumento dalle enormi potenzialità, ad esempio nel campo della cultura, del giornalismo o dell’intrattenimento. Non possiamo però, spiega Telefono Azzurro nascondere i rischi che può comportare per bambini e adolescenti l’utilizzo indiscriminato dello streaming video, diffuso on line in tempo reale. Si stanno moltiplicando infatti le segnalazioni di giovanissimi ripresi a loro insaputa nelle aule di scuola, per strada e in altri luoghi pubblici da coetanei o da adulti, nella quasi totalità dei casi senza alcuna autorizzazione, calpestando così ogni diritto alla propria privacy.

Telefono Azzurro fa anche notare che Periscope, abbattendo la distanza temporale tra le realizzazione di un video e la sua diffusione, lascia intravvedere anche un suo rischioso utilizzo per atti di cyberbullismo. Le vittime dei bulli sono infatti esposte a umiliazioni in diretta, senza filtro, davanti agli occhi di un pubblico potenzialmente illimitato che può commentare e insultare senza alcun rischio. È necessario trovare al più presto, attraverso la collaborazione propositiva di associazioni, istituzioni e aziende, soluzioni nuove che possano conciliare il più possibile la libertà d’espressione con i diritti inviolabili delle persone, in particolare quelli dei più piccoli e dei più indifesi.

Per questo motivo Telefono Azzurro chiede a Twitter uno sforzo maggiore per tutelare tutti i ragazzini che possono iscriversi e usare sia il social, sia la App. In particolare, chiede a Twitter una maggiore chiarezza sulla policy e su ciò che ne costituisce una violazione e al Garante per la protezione dei dati personali di vigilare sui diritti dei soggetti più deboli.

Ai genitori chiede, invece, una maggiore responsabilità: essi hanno infatti il compito-dovere di informarsi su questi strumenti e di educare i propri figli a un uso attento e rispettoso della rete, anche attraverso il proprio esempio. Non lasciamo i ragazzi da soli con uno strumento che non possono essere in grado di gestire, anche se cattura la loro attenzione e accende la loro curiosità.


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