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5 per mille 2013, cosa aspetta il fisco a pubblicare i dati?

L'anno scorso l'Agenzia delle Entrate aveva reso noti gli importi a inizio aprile, mentre qualche anno fa le liste erano state pubblicate addirittura a febbraio e marzo. A oggi invece ancora nulla si sa del 5 per mille di due anni or sono. Che succede?

di Gabriella Meroni

La domanda, in effetti, se la stanno facendo in tanti. Cosa aspetta l'Agenzia delle Entrate a rendere pubblici i dati del 5 per mille 2013? Se lo chiede nel suo blog anche il consulente esperto di non profit Carlo Mazzini, che tra l'altro osserva come il fisco sia in possesso di tutti i dati almeno da gennaio, se non addirittura dopo il  30 settembre 2014, termine ultimo per l'invio delle dichiarazioni integrative. Eppure a oggi le migliaia di enti non profit italiani che hanno ricevuto dai cittadini il contributo con le dichiarazioni di due anni fa non conoscono ancora gli importi a loro destinati.
Che l'Agenzia abbia dei tempi tecnici piuttosto dilatati è cosa nota. Ma il ritardo di quest'anno è superiore a quelli delle annualità precedenti: l'anno scorso i dati del 2012 furono resi noti il 9 aprile,  quelli del 2010 il 4 maggio del 2012 e addirittura per le annualità 2008 e 2009 le liste vennero messe online rispettivamente il 18 marzo e il 28 febbraio. Cosa è successo quest’anno?, si chiede dunque Mazzini. 
Vita aveva rivolto la stessa domanda circa un mese fa all'Agenzia delle Entrate, e ci eravamo sentiti rispondere che le pratiche legate alla partenza del 730 precompilato avevano assorbito in toto le energie dei funzionari del fisco, impedendo loro di dedicarsi ad altro. Il 730 però è online da tre settimane, ormai, e visto che le Entrate hanno in pancia questi fondi da più di due anni non dovrebbe essere difficile aggiornare le associazioni, che aspettano da tanto, troppo tempo. 
«A cosa servono questi dati?», si chiede ironicamente Mazzini, a cui tanti enti si rivolgono per chiedere lumi. Semplice: sapere di quali risorse si può disporre nel breve periodo permette di programmare attività e capire se i budget potranno essere rispettati; sapere se arriveranno i bonifici permette a volte di sopravvivere; sapere come è andata la raccolta di due anni fa è utile per capire se  le campagne di marketing e fundraising varate allora hanno dato i loro frutti. «Pensate se i dati fossero stati pubblicati tra dicembre e febbraio scorsi», conclude Mazzini. «Le organizzazioni avrebbero potuto correggere le politiche seguendo le indicazioni desumibili dai risultati dell’ultimo 5 per mille». E' chiedere troppo?


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