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Napoli, ecco la “Folina” sospesa

Ogni cittadino campano potrà, al costo di un caffè, dotarsi di una confezione di acido folico e vitamina B12, necessari alle donne durante i mesi della gravidanza e potrà lasciare un’altra confezione “sospesa” in farmacia per le donne più povere affinché non sia loro negato l’accesso alla prevenzione e tutela del feto in Terra dei Fuochi.

di Anna Spena

Dall’abitudine solidale della tradizione napoletana del “caffè sospeso”, nasce, sempre a Napoli, un’altra iniziativa a forte impatto sociale :“Dona Folina in Terra dei Fuochi: dal caffè alla Folina sospesa”.

Il progetto è l’ultima iniziativa di Antonio Marfella, tossicologo ed oncologo della Fondazione Pascale, che da anni si occupa del problema ambientale in Campania.

Qualunque cittadino campano potrà, al costo di un caffè, dotarsi di una confezione di acido folico e vitamina B12 e soprattutto, sempre al costo di un caffè, potrà lasciarne un’altra “sospesa” in farmacia per le donne più povere e bisognose affinché non sia loro negato l’accesso alla prevenzione e tutela del feto in Terra dei Fuochi.

«Grazie alla condivisione di una ditta farmaceutica campana ed al supporto organizzativo fornito dai Club Lions di Napoli», spiega Antonio Marfella, «abbiamo prodotto, e ci avviamo a distribuire nelle farmacie, confezioni a basso costo di acido folico e vitamina B12. Una confezione costa dai 6 ai 12 euro. Noi con 3 euro ne abbiamo prodotte due».

È ormai evidente la correlazione tra alcuni tipi di pesticidi, solventi, siti di sversamento di rifiuti tossici, inquinanti dell’aria come le polveri sottili e i roghi tossici, e la formazione di patologie da alterato sviluppo cerebrale intrauterino e neonatale. «”La folina sospesa” è anche una provocazione tutta napoletana. Se non parli per provocazioni lo Stato non ti ascolta», denuncia Marfella. «Credevo che fosse semplicemente distratto, invece con gli anni mi sono solo reso conto di quanto è responsabile del disastro ambientale della Campania. Ha minimizzato il problema, ha speso soldi per le campagna pubblicitaria per risollevare l’immagine dei prodotti campani, invece di salvare le persone si sceglie di salvare prima i pomodori».

Altri due temi importanti che con la sua provocazione Marfella voleva mettere in risalto riguardano la questione della Bioetica ambientale e della Farmacosofia. «Si parla troppo di bioetica delle persone», ha detto Marfella, «ma ci rendiamo conto che stiamo costruendo un mondo che non è adatto agli esseri umani? L’inquinamento ci sta rendendo tutti sterili. E un’altra colpa pesante con cui dobbiamo confrontarci è la questione dei farmaci: il 40% del prezzo di un farmaco dipende dalle operazioni di marketing e pubblicità che ci sono alle spalle. Abbiamo ottimi farmaci generici e non li utilizziamo perché le logiche del mercato impongono di comprare sempre gli ultimi messi in commercio. Troppe strutture sanitarie sono al collasso e a farne le spese sono sempre le persone:  abbiamo le siringhe piene ma mancano infermieri per farle».

 


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