Attivismo civico & Terzo settore

Le bussole tra cardo e decumano sono gli Expo Volunteers

Sono 520 ogni giorno i volontari operativi in Expo, per i prossimi sei mesi i 7mila selezionati ruoteranno ogni due settimane. Ne abbiamo sentiti due: a cinque giorni dal via sono entusiasti dell'esperienza

di Antonietta Nembri

Sono stati definiti una delle cinque cose positive di Expo. Sono i volontari che dall’apertura dei padiglioni sono a disposizione dei visitatori. Riconoscibili grazie alla loro divisa li si può incontrare lungo il cardo e il decumano armati di cartine (raccolte nella capiente borsa di ordinanza), ma soprattutto armati di sorrisi ed entusiasmo (nella foto di apertura un gruppo di volontari). Sono 520 ogni giorno, divisi in due turni «Dei 12mila che alla fine abbiamo selezionato, quelli che alla fine prenderanno servizio nel corso dei sei mesi di Expo saranno circa 7000 e si daranno il cambio ogni due settimane», spiega Francesco Bizzini di Ciessevi Milano, l’organizzazione che con il coordinamento di Csvnet ha reclutato i volontari per l’esposizione. «Abbiamo creato dei gruppi eterogenei, a capo di ciascun gruppo-turno di 260 persone c’è un team leader che si occupa del coordinamento e a sentire i primi riscontri sono tutti molto entusiasti e oltretutto», conclude «stanno facendo gruppo tra di loro e si stanno anche muovendo sui social dai loro profili di Fb interagendo tra loro».

Ma chi sono i volontari Expo? Abbiamo provato a chiederlo a due di loro: Leonardo Marigliani, 24enne laureando al Politecnico di Milano e Azzurra Sorbi, 34 anni formatrice professionale.

Originario di Viterbo, a Milano da cinque anni, Leonardo Marigliani laurea triennale in ingegneria aerospaziale, adesso si sta laureando alla specialistica «Veramente quando ho iniziato il Poli pensavo di fare la specialistica all’estero, poi quando ho deciso di restare a Milano ero contentissimo perché non mi sarei perso l’Expo, ci tenevo a visitare una manifestazione mondiale che si teneva proprio qui a Milano e ora come volontario per due settimane posso girarla in lungo e in largo appena finisco il servizio». Il libero accesso ai padiglioni è stata una delle molle che ha lo ha spinto a partecipare come volontario, ma non la sola «a casa ho fatto volontariato per le feste e le sagre di paese, il figurante al presepe vivente. Ma soprattutto sono un donatore Avis», precisa sottolineando anche il desiderio di «approfondire i problemi legati all’ambiente e alla sostenibilità».

Per quanto riguarda il servizio svolto nelle cinque ore e mezzo in cui è a disposizione dei visitatori spiega come il suo compito sia quello di aiutare, dare informazioni, indicazioni e distribuire mappe del sito Expo «ci sono poi quelli che arrivano dopo le 19, quando il biglietto di ingresso costa meno e la prima cosa che chiedono è un consiglio personale. Ci chiedono se abbiamo visitato qualcosa e se gliela consigliamo e poi quasi tutti vogliono le nostre divise ci domandano dove comprarle». Ma la cosa che più piace a Leonardo Marigliani è il clima che si è creato con gli altri volontari «con un gruppetto ci troviamo a cenare insieme, vediamo lo spettacolo serale o visitiamo qualche padiglione, comunque sono contentissimo e devo dire che anche chi viene qui è entusiasta e non è poco visto le polemiche dei mesi scorsi».

Anche Azzurra Sorbi è una milanese d’adozione, marchigiana d’origine vive nel capoluogo lombardo da otto anni e ha al suo attivo un’esperienza come volontaria del Fai (Fondo Ambiente italiano) sia nei beni sia nelle giornate Fai di Primavera. All’Expo perché? «Mi sembrava un’occasione interessante è l’ho colta per essere presente». Diversamente da Leonardo Marigliani, Azzurra Sorbi ha un lavoro «come libera professionista mi sto gestendo il tempo, riesco a portare avanti la mia attività lo stesso: qui sono impegnata mezza giornata e per due settimane ne vale la pena». In servizio dal primo giorno sottolinea il grande afflusso di visitatori e tra le cose che le sono state più richieste oltre alle cartine anche un aiuto a leggere i totem interattivi. «La domanda più eccentrica me l’ha fatta una persona appena scesa a Rho Fiera dalla metropolitana che mi ha chiesto dov’era la metro» osserva divertita. Importante per lei è l’incontro a inizio turno con il team leader «ci aggiorna sulle criticità che si sono verificate sulle nostre aree di riferimento per il servizio. Si fa anche un giro di opinioni in cui noi relazioniamo sul turno precedente». Criticità? Quali per esempio? «Dal momento che non sono ancora arrivate tutte le carrozzine a disposizione dei disabili in Cascina Triulza, in questi giorni abbiamo avuto qualche problema con le persone che hanno difficoltà a deambulare, ci sono le navette all’interno, ma non tutti le individuano al primo colpo».

C’è tuttavia una richiesta dei visitatori che Azzurra Sorbi non ha potuto esaudire: «c’è chi mi chiede dove sia una tabaccheria, a volte non ci credono quando dico che non c’è. A dir la verità a Expo ci sono delle smoking area e non si dovrebbe fumare al di fuori di esse».

 


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