Politica & Istituzioni

Riforma Terzo settore, Sel: «Nessun pregiudizio»

Domani parte la discussione in commissione Affari Costituzionali. Sinistra Ecologia e Libertà oggi promuove un incontro con le associazioni. Nuccio Iovene: «Il testo va migliorato e la scelta di procedere con una legge delega è sbagliata, ma il nostro voto negativo non è scontato»

di Redazione

Nessun pregiudizio e nessun voto prestabilito. Il gruppo di senatori di Sel si prepara a sedersi al tavolo della discussione della riforma del Terzo settore (l’iter al Senato parte domani, in commissione Affari Costituzionali) «supportati dal lavoro svolto dai colleghi della Camera, ma pronti  a dialogare con tutti per rendere migliore quel testo», spiega a Vita.it  Nuccio Iovene ex parlamentare ed ex portavoce del Forum del Terzo settore, attualmente membro della direzione nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà e in particolare della direzione Welfare. Carica nella cui veste ha convocato per la giornata di oggi un incontro fra i “suoi” sette senatori (Gruppo misto), il Forum del Terso settore e «un panel di associazioni con cui da tempo abbiamo aperto la discussione».

 

Sel alla Camera ha votato contro la riforma, al Senato il vostro giudizio può cambiare?
Mi consenta due premesse. È vero che abbiamo votato contro il provvedimento nella sua interezza, ma questo non ci ha impedito di dichiararci favorevoli ad alcuni emendamenti. Secondo: il fatto che il corpus normativo che riguarda il Terzo settore vada rivisto ci trova d’accordo. Sono gli strumenti usati che non vanno bene.

A cosa si riferisce?
Innanzitutto alla legge delega. Mi spiego: c’erano alcune misure come la stabilizzazione del 5 per mille senza tetto o il rafforzamento del budget per il servizio civile che potevano essere prese quasi in via amministrativa senza tanto clamore e in modo immediato. Invece si è preferito usare uno strumento che consente annunci roboanti sui giornali rinviando però alle calende greche i veri contenuti della delega. Insomma è un po’ la logica del chi vivrà vedrà.

Ma la riforma non si esaurisce al 5 per mille e al servizio civile…
Appunto. La riforma del codice civile, quella delle associazioni di promozione sociale e dei centri di servizio al volontariato, ma anche la revisione dell’impresa sociale sono punti che andavano affrontati nel contesto di un normale iter parlamentare.

Ma ormai il dado è tratto…
Per questo abbiamo chiesto alla Camera e chiederemo nel proseguo del dibattito che i decreti legislativi siano sottoposti al vaglio vincolante del Parlamento

Venendo al tema caldo dell’impresa sociale, cosa non vi convince?
Il fatto che la norma disegna una terra di mezzo in cui si perdono le distinzioni fra profit e non profit in un momento in cui invece la reputazione e l’indentità del Terzo settore andrebbero preservate con molta cura

Quando parla di ibridazione a cosa si riferisce in concreto?
Decidere la remunerazione del capitale sociale e la distribuzione degli utili è una scelta delicata e molto discutibile.

La riforma però richiama esplicitamente il modello delle cooperative a mutualità prevalente…
D’accordo, ma occorre stabilite dei tetti e dei limiti.

Cosa che la riforma prevede rimandando ai decreti il quantum…
Come le dicevo prima, sui decreti occorrerà mantenere alta l’attenzione. Ma non è questo l'unico tema all'ordine del giorno. La legge mi sembra molto lacunosa sul versante della difesa e valorizzazione del lavoro dentro il Terzo settore. Sia dal punto di vista contrattualistico, ma anche da quello della partecipazione dei lavoratori alla vita e alle decisioni imprenditoriali. Infine c’è il nodo dell’Authority. Era prevista nelle linee guida e poi è sparita senza un perché. Altro che rottamatore, Renzi si è dimostrato in piana continuità con Monti e poi Letta.

Concludendo, si sente di escludere a priori un voto favorevole dei senatori di Sel in Aula?
Non escludo nulla, dipenderà da come il testo recepirà le nostre istanze. Di sicuro noi ci impegneremo affinché il provvedimento sia migliore di quello votato a Montecitorio.

 

 


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