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Cooperazione & Relazioni internazionali

Sant’Egidio rilancia l’appello #saveAleppo

La Comunità rilancia l’appello di Andrea Riccardi per giungere a una tregua e aprire un corridoio umanitario. L'invio è a una forte mobilitazione per salvare la città martire. Una vergogna se la comunità internazionale non interviene prima che sia troppo tardi

di Antonietta Nembri

Era il giugno dello scorso anno quando Andrea Riccardi lanciava un appello per Aleppo sintetizzato nell’hasthag #savealeppo. La Comunità di Sant’Egidio lo rilancia oggi, nella stessa giornata in cui il quotidiano dei vescovi Avvenire titola in prima pagina “Le catacombe di Aleppo” dedicando un largo spazio del giornale allo stato di abbandono in cui versa «questa città martire della Siria, costretta a vivere sotto terra per paura di bombardamenti che stanno finendo di distruggerla», come sottolineano a Sant’Egidio.

In una nota la Comunità di piazza Santa Maria in Trastevere osserva che: «Occorre che cresca il numero di chi non vuole accettare che un’intera popolazione venga abbandonata a se stessa. Perché siamo davanti ad una guerra devastante, che dura ormai da più di tre anni, di fronte alla quale la parola più adatta è “vergogna”. Quella della comunità internazionale che non è riuscita fino ad oggi a fare ciò che era possibile per fermare il massacro di una città siriana, simbolo di millenaria convivenza fra religioni e culture diverse. Ma anche quella di un’opinione pubblica europea e occidentale troppo distratta per potersi preoccupare di migliaia di morti e migliaia di sfollati».

I dati di Amnesty International sui civili uccisi dalle bombe fanno paura e ricordano che nel mirino del terrore ci sono chiese, moschee, mercati, ospedali e scuole, cioè i luoghi che rappresentano la vita di una città.
Proprio per questo la Comunità di Sant’Egidio invita a riprendere l’appello “Save Aleppo”, lanciato un anno fa da Andrea Riccardi con migliaia di adesioni a favore di un canale umanitario per soccorrere la popolazione e aprire spiragli per la pace: «sia la base per un intervento urgente della comunità internazionale. Non fare nulla o attendere troppo prima di agire equivale a far morire di abbandono Aleppo. Si tratta – continua la nota – di una proposta che ha ricevuto il consenso, appena una settimana fa, dei massimi rappresentanti delle Chiese orientali durante il primo summit intercristiano su “Cristiani in Medio Oriente: quale futuro?”, promosso da Sant’Egidio e dall’arcidiocesi di Bari». Alla conferenza internazionale hanno partecipato anche i rappresentanti dei governi europei, come il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il segretario per le Relazioni con gli Stati, Paul Richard Gallagher e, per la Cei, il segretario Nunzio Galantino che ha ricordato quanto sia diventato «urgente e vitale non arrendersi» di fronte a questa continua strage.

Comunità di Sant’Egidio conclude il suo comunicato con un nuovo appello: «Non abbandoniamo Aleppo, facciamo il possibile per denunciare il dramma di questa città vicina, perché sull’altra sponda del Mediterraneo, riapriamo alla speranza la sua popolazione!»

Foto Getty Images


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