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Amianto: ancora a rischio in Europa un cittadino su tre

Sono 15 i paesi (tra cui Albania, Russia e Ucraina) che ancora utilizzano questo pericoloso materiale per costruire case e edifici industriali. Ogni anni i morti per le conseguenze dell'esposizione all'amianto nella Ue sono 15mila. Le raccomandazioni dell'Oms

di Gabriella Meroni

Circa un terzo dei 900 milioni di abitanti dell'Europa vivono in paesi che non hanno ancora messo al bando l'utilizzo dell'amianto. E' quanto ha sottolineato l'Oms nel corso del summit ad alto livello su ambiente e salute tenutosi ad Haifa a inizio maggio, che ha avuto proprio come tema la dfefinitiva archiviazione di questo pericoloso materiale, e che ha visto la partecipazione di oltre 200 delegati di governi e ong. L'esposizione all'amianto, è stato ricordato, può provocare cancro ai polmoni, alle ovaie e alla laringe e mesotelioma, e il metodo più efficace per evitare questi rischi è solo uno: interrompere l'utilizzo dell'amianto in tutte le sue forme.

Ancora oggi i morti per queste cause sono 15mila l'anno nel nostro continente, e ben 15 paesi europei sui 53 che aderiscono all'Oms non hanno ancora messo al bando questa sostanza, ma anzi continuano a impiegarla nel settore edilizio. Una scelta dissennata dal punto di vista sanitario (l'amianto è infatti responsabile della metà dei casi di tumore sviluppati a causa delle condizioni di lavoro) ma anche economico, visto che l'Oms calcola in 1,5 miliardi di euro i costi sociali derivanti dalle morti per mesotelioma nei 15 paesi "renitenti". Ma ecco l'elenco: Albania, Andorra, Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Bosnia e Erzegovina, Georgia, Kazakistan, Kyrgyzstan, Moldova, Federazione Russa, Tajikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan.


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